Alzheimer, nuove speranze dallo studio della Proteina Tau

Alzheimer - Nuove speranze dallo studio della Proteina Tau

Alzheimer con maggiori speranze di guarigione grazie allo studio della Proteina Tau: scopriamo insieme i dettagli della notizia.

Alzheimer con nuove speranze di guarigione derivanti dallo studio della Proteina Tau: la Cambridge University non ha dubbi circa la strada da intraprendere per creare nuove cure, sempre più efficaci, e quella strada è proprio lo studio di tale Proteina.

Da anni, infatti, si sa che proprio la degenerazione della Proteina Tau porta a quelle “condizioni favorevoli” allo sviluppo della malattia, dal momento che quest’ultima ha vita dalla struttura della modifica della suddetta Proteina, con danni, purtroppo, noti alle pareti cerebrali, ma la scienza, per fortuna, ha fatto enormi passi avanti, e proprio grazie al progresso scientifico è stato possibile fotografare la Proteina Tau modificata dalla malattia, in maniera tale da descriverne l’aspetto minuziosamente, permettendo, a partire proprio da tale analisi, di creare farmaci mirati nella lotta all’Alzheimer, ancor più efficaci di quelli utilizzati attualmente!

Gli esperti commentano:

Creare nuovi farmaci è come sparare al buio se non si conosce esattamente la struttura della patologia. Ora invece possiamo fare molto di più, siamo entusiasti La struttura della Tau, nello studio pubblicato dalla rivista Nature, è la prima di tante proteine disfunzionali che causano malattie degenerative del cervello – un’altra ad esempio è l’alfa sinucleina nel Parkinson – a essere stata fotografata così nel dettaglio. Il prossimo passo – spiegano i ricercatori di Cambridge – sarà quello di utilizzare queste informazioni per studiare i meccanismi della neurodegenerazione in generale.

Da notare che, sempre attraverso i nuovi mezzi a disposizione, sono già stati testati su alcuni tessuti di una paziente di 74 anni deceduta proprio per via dell’Alzheimer che l’aveva colpita diversi anni fa: è stato così possibile ricavare immagini dettagliatissime e ad altissima risoluzione, che porteranno, si spera, a compiere importanti passi avanti nella lotta a questa malattia!

Ancora una volta, confidiamo nella scienza e negli esperti!

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