Case di riposo, la sofferenza dimenticata

Sono davvero pochi a conoscere la triste realtà che si cela dietro tante, troppe case di riposo.

La disperazione aleggia tra i lunghi corridoi bianchi: ci sono sempre meno soldi, e sono sempre meno le sovvenzioni da parte dei comuni per le case di riposo stesse. “Non ci sono più soldi”, dicono… E intanto il tempo passa, e nulla cambia.

Gli anziani entrano in questi luoghi, e li, quasi sempre, vi muoiono: il silenzio, la malattia, se li porta via, quasi senza fiatare, quasi senza dire una parola. Restano li, con lo sguardo fisso verso l’orizzonte, sperando in un domani, che non tornerà mai più.

Giusto qualche settimana fa, ascoltavo la testimonianza di una Suora, a capo di una struttura per anziani, e lei stessa mi raccontava delle grandi difficoltà che, giorno dopo giorno, hanno. Sono rimasto senza parole nel sentire che, giusto la sera prima, era morta un’anziana che conoscevo, e riflettevo sul senso che la vita possa avere all’interno di queste strutture, dove c’è sempre qualcuno pronto a sacrificarsi e darti una mano, seppur tra grandi difficoltà. E’ una sorta di “luogo di sosta definitiva”, dove riposarsi dopo tanta vita o dove, molto più spesso, essere “parcheggiati” da figli e parenti che “non sanno più come poter badare all’anziana di turno”.

Certo, c’è tanto per queste persone, e le massime cure possibili seppur, ripeto, tra grandi difficoltà: e quando qualcuna di loro, o qualcuno di loro, lascia questa vita per accedere alla vita ultraterrena, nell’eterno riposo, sotto il vigile ed amorevole sguardo di Dio, di loro resta un ricordo, negli occhi lucidi di chi, giorno dopo giorno, vive a stretto contatto con questa realtà.

Devi essere forte, devi riuscire tu stesso a dar forza a quei vecchietti, asciugando le loro lacrime senza che sia tu a piangere. Devi far di tutto per far tornare un sorriso sul loro sguardo. E’ questo il regalo più grande e sincero.

Il disagio
(Video reperito dalla rete)