Ovvero, una personalissima occhiata all’anno che sta per concludersi.
Un altro anno sta, anonimamente, lentamente, chiudendosi, lasciandosi dietro una scia di pensieri, parole, emozioni.
Che dire: è stato un anno parecchio ricco di eventi. Basti pensare alla rinuncia del Papa e all’elezione del nuovo Pontefice, o alla morte di grandi artisti e personalità, e mi viene da pensare a Enzo Jannacci o a Franco Califano, giusto per citarne due senza voler sminuire tutti gli altri. E’ stato un anno di grandi polemiche in politica, ma, questa, si potrebbe quasi definire consuetudine, e di grandi difficoltà per tutti gli italiani, sempre più poveri e sempre meno propensi a vacanze e cenoni. E poi c’è la cronaca, tra tragedie in mare, morti, attentati e lacrime. Un anno davvero intenso, forse tra i più intensi visti negli ultimi anni: ne abbiamo davvero viste di cotte e di crude!
Piuttosto, voglio guardare me stesso.
Il mio anno – non so il vostro – ma non è stato dei migliori: anche per me è stato particolarmente intenso e pregno di eventi, belli e brutti. Un anno che difficilmente si dimentica, il cui ricordo influenzerà particolarmente gli anni che verranno. Certo, non sono mancati i momenti belli, di divertimento, di spensieratezza, ma neppure quelli brutti. Qualcuno dice che “è il gioco della vita”, ed è così che funziona. La vita non è tutta “rose e fiori” – e ci mancherebbe! – e, forse, sono proprio le difficoltà che ci forgiano e ci plasmano nel tentativo di renderci più forti e sicuri di noi stessi.
Ciò che so al momento, è che voglio gettarmi, molto volentieri, questo 2013 alle spalle, che non ha lesinato grattacapi e batticuori: la speranza è che, almeno, ciò che di negativo ha riservato quest’anno possa servire a crescere, cambiando se stessi e il modo di affrontare il mondo.
E questo, è l’augurio più grande che io possa farmi!