Facebook è pronto a rendere disponibili a pagamento le notizie sul Social: scopriamo insieme i dettagli della notizia e cosa cambia per gli utenti.
Facebook è pronto, già dal mese di ottobre, a rendere disponibili a pagamento le notizie sul Social: gli editori, come anticipato da La Stampa, potranno scegliere di rendere disponibili solo dieci notizie, dopo le quali, se si vorrà continuare la lettura, ci si vedrà costretti a pagare.
E’ qualcosa che accade già attualmente, ad esempio, con siti d’informazione come il Corriere della Sera o Il Fatto Quotidiano: Facebook si è quasi vista costretta ad adottare tale soluzione, dal momento che, nonostante non sia un “produttore” di notizie, ha comunque due miliardi di utenti attivi, che equivalgono ad un business enorme per gli editori. Una vera gallina dalle uova d’oro che, fino a questo istante, non è stata sfruttata, ma che ora può offrire enormi e generosi guadagni.
Da Facebook aggiungono:
Anche se Facebook non è un editore, siamo una parte importante dell’ecosistema delle news, quindi abbiamo la responsabilità di lavorare con questo ecosistema e renderlo migliore per tutti.
E’ difficile che io aggiunga qualcosa in prima persona, ma permettetemi di dire la mia: vi parlo da Professionista del Web, ma, sopratutto, da Professionista dei Media, come Speaker, Presentatore e Critico TV. Ciò che ancora non è chiaro alle Major è che la gente non è disposta a pagare per fruire di servizi che la rete dovrebbe rendere gratuitamente. Quel che è peggio è che gli stessi editori, per primi, non si rendono conto dell’enorme boomerang che tale iniziativa può rappresentare: un’occasione ghiottissima per quei siti d’informazione che fanno della gratuità il loro baluardo, e che accoglieranno utenti a migliaia, magari allo slogan di “noi le notizie non ve le facciamo pagare”, con buona pace di chi crede che sia possibile usare gli utenti per arricchirsi, decidendo cosa debbano e non debbano fare. ILLUSI: il bello della rete è proprio questo. Nessuno ha il potere su nessuno (o quasi): la rete è libera e permette agli utenti un “libero arbitrio” gigantesco. Lo stesso libero arbitrio che condannerà quegli editori che continuano ad illudersi che gli utenti dei Social siano disposti a pagare per leggere delle notizie, ma, sopratutto, che pensano di usare gli utenti come “pedine” da muovere a piacimento delle loro entrate. E scusate se è poco.