Genitori, avete un figlio preferito? Molti risponderanno assolutamente di no, ma uno studio conferma il contrario: i dettagli.
Genitori e figli battibeccano spesso sul tema dell’avere, o meno, un figlio preferito, e, quasi sempre, sono gli stessi genitori ad escludere qualsiasi forma di favoritismo verso la prole.
Tuttavia, uno studio americano conferma che, almeno segretamente, il 70% dei genitori ha un figlio preferito: nella maggior parte dei casi si tratta del primogenito.
Come detto, la conferma arriva da uno studio della California University iniziato, nientepopodimeno che nel 1989, su un campione di 384 fratelli adolescenti con non più di quattro anni di differenza. Insieme a loro, sono stati analizzati i rispettivi genitori: risultati alla mano è emerso che, nel 70% dei casi, i genitori avevano un rapporto “preferenziale” verso uno dei figli, ovvero il primogenito.
Il perché è presto detto: mamma e papà “proiettano” le proprie speranze verso il figlio più grande, che, proprio perché ha vissuto più anni con loro, ha acquisito maggiori esperienze e conoscenze. Proprio per questo si “autoconvincono”, perciò, che il primogenito è migliore rispetto al secondogenito.
E’ quasi ovvio parlare di “conseguenze negative” sull’autostima: il fratello minore, come è logico, ha, tuttavia, importanti ripercussioni sulla propria autostima. Ripercussioni che si manifestano con una maggiore aggressività e rapporti più tesi e complicati con mamma e papà e fratello (o sorella) maggiore, che vengono visti come “ingiusti” (i primi) e come “la causa dei problemi” (i secondi).
Appare quindi necessario un maggiore sforzo da parte dei genitori, che, anche se “geneticamente” portati a “tendere” verso il primogenito, devono necessariamente riuscire ad autcontrollarsi, prendendo coscienza delle conseguenze che la loro “mancanza di equilibrio” può avere.
Non è esagerato, infatti, affermare che tale comportamento può davvero portare la famiglia allo scatafascio. Per evitarlo basta poco, non dimentichiamolo!