Google assume sceneggiatori per rendere più "umani" i suoi prodotti

Google punta a rendere più umani i suoi prodotti

Google, da qualche settimana, ha assunto diversi sceneggiatori con il fine di rendere più “umani” i suoi prodotti: scopriamo quali e perché.

Google, si sa, fa sempre di tutto per rendere la tecnologia quanto più vicina ed “umana”, ed anche la sua ultima, curiosa, trovata viaggia in questo senso: “Big G”, infatti, ha assunto diversi sceneggiatori e commediografi con il preciso scopo di rendere più “umani” alcuni suoi prodotti, primi tra tutti gli assistenti vocali, che, in questo modo, diverrebbero quantomai “realistici”, piuttosto che avere quella classica inflessione robotica che li rende un po troppo asettici!

In particolare, lo scopo è rendere “Google Assistant” più divertente, “creando” una sorta di maggiore vicinanza con gli utenti, attraverso, sicuramente, una migliore intelligenza artificiale, ma, contemporaneamente, attraverso autori che hanno lavorato per Pixar e per il sito satirico The Onion: l’impegno è rendere tali tecnologie più umane, realmente più vicine all’uomo, dotandole di una sorta di personalità che le “sleghi” dal classico appeal robotico e le riporti, maggiormente, in un ottica umana, tale da creare quella sorta di filrouge, di connessione emotiva tra utente e macchina, alfine di essere un po meno macchina ed un po più reale!

In questo modo, si aprono grandi, importanti prospettive: l’umanizzazione, se così possiamo definirla, della tecnologia, sopratutto quella riguardante gli assistenti vocali, può aprire strade importanti anche nell’intelligenza virtuale, che potrebbe essere sfruttata anche per scopi sociali. In quest’ottica, sono già tante le aziende che stanno sperimentando l’umanizzazione della tecnologia.

La Hasbro, ad esempio, sta mettendo a punto una serie di robot da compagnia per anziani, mentre Toyota ha annunciato la prossima creazione di un bambino robot, dedicato a tutti coloro che non possono avere bambini, ma vogliono sperimentare l’immensa emozione della genitorialità.

Resta, sicuramente, da comprendere quanto il virtuale possa superare il reale, e quale sia il limite da non superare per non creare situazioni “paradossali”, ma, innegabilmente, tutto ciò è affascinante e ci proietta verso nuove prospettive: sicuramente nell’ottica del futuro.

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