Il “Wall Street Journal” alza un polverone su IPhone e Android, dichiarando che alcune applicazioni sono un vero pericolo per la privacy.
Il potenziale pericolo può essere rappresentato dal fatto che, alcune applicazioni, rivelano a terze società i nostri dati, naturalmente senza avvisare preventivamente!
Su 101 applicazioni analizzate, 56 rappresentano un serio pericolo per la nostra privacy: il pericolo più ricorrente è dato dalla trasmissione del codice IMEI del cellulare a terze aziende, consentendo di rintracciare il proprietario dell’abbonamento, mentre altre applicazioni inviano la posizione esatta del cliente in quel dato istante! ( 
)
La replica di Apple non è tardata ad arrivare: si è subito chiarito che “gli IPhone hanno fortissimi sistemi di protezione”. Il Wall Street Journal ha riposto per le rime.
E’ stata analizzata un applicazione in particolare, “Pandora”: le analisi sul software hanno rilevato che invia dati a 8 società esterne, tra cui username, password, rubrica del telefono, età e sesso del cliente, IMEI del cellulare e posizione esatta del cliente!
Insomma: è davvero il caso di alzare la guardia, e non installare mai applicazioni che non si conoscono, se non si vuole correre il rischio di veder violata la propria privacy. Insomma: l’antica regola del “non accettare caramelle dagli sconosciuti” è sempre valida, anche nell’epoca moderna!
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