Italia, ogni anno trascorriamo ventitré giorni in auto o sui mezzi

Italia - Trascorriamo 23 giorni all'anno in auto

Italia “intrappolata” nelle auto o sui mezzi pubblici: ogni anno, infatti, trascorriamo ventitré ore chiusi in auto o sui mezzi. Scopriamo i dettagli.

Italia intrappolata nel mondo dei trasporti: le cose non sembrano andare affatto bene, sotto questo aspetto (e non solo, purtroppo) per il Bel Paese. Lo rivela l’Ipsos in un suo recente studio, secondo cui, ogni anno, trascorriamo ventitré giorni chiusi in auto o sui mezzi pubblici. Decisamente troppi, specie considerando che solo 53 italiani su 100 si ritengono soddisfatti dei trasporti nella propria città, contro 67 persone su 100 di media europea.

556 ore all’anno chiusi in auto, sugli autobus, sulla metro: davvero tanti. Anche per questo motivo, probabilmente, solo 41 pendolari su 100 si ritengono soddisfatti dei treni, e, peggio ancora, solo 35 persone su 100 reputano soddisfacente il sistema di trasporti su gomma della propria città.

Capitolo a parte per quanto riguarda l’automobile: gli italiani, tendenzialmente, la utilizzano molto di più degli altri europei. Ad esempio, 69 italiani su 100 la usano per recarsi al lavoro, mentre in Europa, in generale, viene utilizzata da 61 persone su 10086 italiani su 100 la utilizzano per fare la spesa settimanale, contro la media europea di 76 persone su 100, ed infine, 64 persone su 100 la usano per accompagnare i figli, contro la media europea di 56 persone su 100.

Colpa degli italiani comodisti, quindi, e delle loro pessime abitudini? Colpa dei trasporti che non funzionano? Colpa di entrambi? Non si sa: di certo, è palese che le cose non vanno affatto per come dovrebbero, sopratutto confrontando i dati con il resto dell’Europa, che, ancora una volta, ci dimostra un progresso non indifferente, sopratutto “culturale”, relativo ai modi di pensare ed usufruire della mobilità cittadina, con conseguenze a catena sull’ambiente, sulla salute, e, in generale, sulla società.

Probabilmente andrebbe radicalmente modificato il modo di agire ancor prima di ripensare il sistema di trasporti: il progresso parte sempre da una sola, semplice, base, chiamata “buon senso”. Non dimentichiamolo mai!

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