La Chiesa sotto assedio

Cambiano i secoli, cambiano gli “assedi”, fisici o morali, nei confronti della Santa Sede: se una volta l’obiettivo era “sovvertire” il potere Papale, adesso sembra che la tendenza sia quella a fare “di tutta l’erba un fascio”.

Ricordo una scena,
tratta da uno dei film che adoro, il Marchese del Grillo, quando lo stesso Marchese, che doveva far da guardia ai francesi di Napoleone, si allontana per smascherare il tradimento di una ragazza che voleva “accollargli” il figlio che portava il grembo e, proprio in quel frangente, i francesi “rubano” il Papa.

Nonostante la “goliardia” di quel film, che pure rappresentava un evento storico, oggi come allora si tenta di mettere “sotto assedio” la figura del Papa e della Chiesa tutta.

Il riferimento non può che essere, ovviamente, alle vicende relative ai preti pedofili che, in questi giorni, turbano le coscienze e i sentimenti di molti: le tante vicende uscite, improvvisamente, fuori, pongono un gigantesco interrogativo, pesante come un macigno che grava sulla Chiesa Cattolica, che deve sobbarcarsi il peso di una minima parte di “mele marce”.

E’ innegabile che i fatti siano accaduti, ma la cosa su cui si sta giocando, e che non si ricorda spesso, è che si sta tentando di fare “di tutta l’erba un fascio”.

Le vicende accadute, seppur gravi, riguardano sicuramente una minima parte del totale dei preti, di quegli stessi preti di buoni sentimenti, di umanità e sacrificio, che esistono.

C’è chi parla di processare Joseph Ratzinger: Jeff Anderson è uno di questi.
Anderson è un avvocato, il cui fine ultimo è di far processare il Papa dimostrando le sue responsabilità.

C’è chi crede che la morte di Giovanni Paolo II abbia rimesso tutto in gioco: il processo che lui stesso aveva iniziato sembra aver perso la sua “forza”, forse proprio a causa della sua mancanza. Lui era il “collante” capace di tenere a freno le grandi polemiche, di unire i popoli: forte anche nella malattia, riusciva a portare pace nei conflitti.
Venendo a mancare la sua figura, tutto si è rimesso in gioco: quelle voci che avrebbero voluto urlare, ma che mai hanno potuto farlo quando lui stesso era in vita, sono libere ora di scatenare la loro ira. Anche in questo senso, qualcuno pensa all’estrema diversità di Benedetto XVI in confronto a Giovanni Paolo II, al modo completamente diverso di affrontare i problemi e continuare quello stesso processo di riavvicinamento.

L’accanimento è palese: ma a che pro?
Chi ha interesse ad un così violento accanimento nei confronti della Chiesa tutta, della figura di Sua Santità? Cosa si cela dietro al clima di insofferenza che certa stampa sta scatenando?

Le risposte sono tante: a molti, evidentemente, non è andato a genio il motu proprio che ha visto riabilitare la messa antica, o le vicende legate alla scomunica dei lefebvriani o, recentemente, le polemiche sorte intorno alla figura di Pio XII.

Sono troppi i “conti aperti” con chi proprio non digerisce le decisioni del “Pontificato Ratzinger”: le posizioni della chiesa sulla Vita e sulla Famiglia scontentano molti, e le critiche che si sono accese hanno scatenato parole pesanti in tutti coloro che accusano il Papa di essere contraddittorio, “di non perdonare l’aborto ma sminuire i casi di pedofilia”. Ma chi lo ha mai detto?

Non risulta che la Chiesa stia usando “due pesi e due misure” nel condannare episodi ugualmente gravi: la verità è ben diversa e dimostra, ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, che la Giustizia non è certo quella fatta dagli uomini, ma quella Divina.

Sebbene in uno stato civile la giustizia fatta dagli uomini serva per non cadere nella più totale anarchia, gli atacchi alla figura del Santo Padre sono la dimostrazione di un involuzione, di una regressione ai tempi in cui Napoleone voleva cacciare il Papa a tutti i costi.

Soltanto che ai tempi si chiamava “Napoleone”: oggi si chiama “attacco mediatico”.

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