La solitudine cammina su un marciapiede...

La solitudine cammina su un marciapiede

La solitudine cammina nel vuoto di una domenica pomeriggio, ascoltando il rumore dei passi sul marciapiede, osservando l’immenso vuoto del tempo…

Se mi chiedessero come immagino la solitudine, la vedo come qualcuno che cammina, da solo, su di un marciapiede, in una delle tante domeniche pomeriggio in cui non c’è niente, nulla, nessuno, tranne noi stessi, costretti a farci compagnia per non morire.

E’ una cosa davvero triste, che nessuno dovrebbe mai essere costretto a provare, eppure so che cosa si prova quando senti i tuoi passi sull’asfalto, mentre calpesti le foglie cadute sotto le nuvole di una domenica pomeriggio tra nuvole e grigiore, tra silenzio e odori che arrivano, nell’aria, da lontano, da chissà dove: cammini, e senti solamente il rumore di quei passi, la pesantezza del tuo respiro, i battiti del tuo cuore che fanno da colonna sonora al niente che hai intorno.

Tutto intorno sembra non esserci vita, non esserci niente, non esserci nulla che possa colmare il vuoto galattico che hai dentro, la necessità primigenia di trovare qualcuno che sappia davvero completarti, per non sentire più l’urlo di quel vuoto.

Se guardi bene, in una di quelle domeniche pomeriggio, mi vedrai camminare su uno di quei marciapiedi fatti di solitudine e dolore ormai anestetizzato: ti hanno fatto talmente tanto di quel male quei mille pomeriggi (e anche di più) di solitudine che ti taglia il petto e la pelle, che ti straccia il cuore e te lo manda in frantumi, che ormai non senti più il dolore. Sei solo abituato a provare un dolore e non hai più ne la forza ne la spinta necessaria a reagire.

Ti resta solamente quel lungo marciapiede vuoto, quel silenzio che ti circonda e dentro cui sembri navigare, mentre cerchi qualcosa, qualcuno, un amore vero, che spacchi in mille pezzi quel silenzio. Anche solo una mano che stringa la tua e ti conduca in qualsiasi posto in cui puoi osservare quel silenzio, in cui puoi ascoltarlo, ma con un cuore dentro un altro cuore. Perché a quel silenzio, a quel bisogno di amore, come se volessi urlare, non puoi scappare in nessuna maniera: puoi solo camminare, ancora, verso un marciapiede di dolore, ormai divenuto tristemente infinito…

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