Quello che ho capito dalla vita è che se ne frega totalmente delle belle parole: quello che vuole sono prove concrete, non storie da leggere…
Dal momento in cui la vita ha deciso di mettermi alla prova ogni giorno – ma non credo accada solo a me, per carità – ho compreso che le belle parole possono, sicuramente, far “ubriacare” chi le legge, ma, andando nel concreto, servono veramente a ben poco, sopratutto quando ti ritrovi, appunto, ad essere con le spalle al muro, di fronte a scelte che solo tu puoi prendere, di fronte a soluzioni che solamente tu puoi trovare, di fronte a rischi che solamente tu puoi assumerti.
Quando ti ritrovi con un mazzo di meravigliose parole, sulla propria crescita personale, sul proprio essere diventato sempre più perfetto e felice, sul proprio aver lottato per un cambiamento concreto, dovresti ricordarti di fare delle considerazioni, la prima delle quali dovrebbe partire da un semplice: “si, tutto bellissimo… Ma ti sei mai assunto/a una responsabilità vera?”
Parlare è bello, è facile, e siamo tutti bravi a farlo: il vero mettersi in discussione arriva dopo, quando la vita di mette davanti a scelte e situazioni senza via di scampo. Rischi? OK: potresti andare incontro ad una soluzione della tua problematica e potresti, paradossalmente, ritrovarti con il culo per terra. Non rischi? Benissimo: te ne piangi le conseguenze e sai che ci andrai sotto anche tu.
Sono tempi duri, per tutti, e il tempo delle chiacchiere è finito da un bel po: ecco perché penso che sia giunta l’ora di smetterla di usare tanta bella demagogia, e porsi per ciò che si è davvero. Sarebbe un esercizio utile a tanta gente: se sei un’emerita cosazza inutile, stanne certo, potrai, probabilmente, ingannare chi ti sta intorno, ma la vita ti aspetta al varco per chiederti conto e ragione!