Lacrime d'amore

C’è una ragazza che piange sulla panchina .
Ci sono 31 gradi, è pomeriggio, e lei è da sola, in mezzo al silenzio della strada da cui non passa nessuno. Non le importa del caldo, non le importa dello scirocco che sembra spazzare via le sue lacrime e farle volare chissà dove. Lei piange e basta.
Ha gli occhi rossi dal pianto: ha un paio di spessi occhiali neri per nascondere il suo viso a chi la guarda. Ha un vestito azzurro, leggero, mentre i suoi capelli volano nel vento, ferma in mezzo alle raffiche calde che sembrano un phon acceso nel soffocante caldo pomeridiano.
Guarda il cellulare e piange più forte: riceve un SMS e batte i pugni contro il marmo, ma le resta solo la forza di piangere ancora.
Avrei voglia di andar li e consolarla, ma ho paura di essere indiscreto: cosa potrei dirle io, di fronte ad un amore che finisce?
Posso dirle che la capisco: capisc0 cosa si provi.
Capisco che significa sentire il cuore stretto nella gola, avere voglia di urlare e non avere la forza di farlo, strozzare nella gola le parole, piangere fino a sentir bruciare le lacrime sul viso. So cosa significa essere lasciati soli, in un pomeriggio d’agosto, in mezzo alla strada, nel silenzio.
Potrei dirle mille parole, ma non resta che il suo pianto nel silenzio: continua a singhiozzare, e resta sotto il sole cocente.
Ha il viso rosso e singhiozza guardando quel cellulare: chissà che storia si nasconde dietro il suo pianto. Chissà se il suo ragazzo è stato così vigliacco da lasciarla con un SMS, o chissà se è lei ad aver tradito lui, e adesso piange pentita.
A ben giudicare, piange disperata: forse è stata davvero lasciata. E ora è sola.
Adesso è sola come mai avrebbe immaginato di essere: guardo il suo viso nascosto da quegli occhiali neri, così spessi. Potrà, forse, celare il viso alla gente che la guarda e non capirà, ma non certo a me, che capisco cosa si possa provare.
Può nascondersi dal mondo intero, ma io capirei ugualmente il suo pianto: tenta di parlare con qualcuno, ma il telefono è sempre spento. E lei continua nel suo pianto disperato.
Rischia davvero di star male: la temperatura è elevata, e non è saggio ne prudente star li, sotto il sole, a piangere in silenzio. Ma tanto, a lei cosa importa?
Ora che tutto è finito poco le importa se c’è il sole o la tempesta: volano via le sue lacrime nel caldo vento che spazza i silenzi, che rende ancor più surreale la sensazione di lontananza, di tristezza, di cambiamento, di paura, di solitudine.
Il suo vestito vola verso il vento, e sembra dissolversi tra l’abbronzatura lucente della sua pelle e l’azzurro evanescente di quel vestito così leggero.
Si guarda intorno e sospira: poi prova di nuovo a telefonare, e nessuno risponde.
Mi fa tenerezza guardandola negli occhi: mi viene da piangere a vederla così, anche se non la conosco, anche se è solo una ragazza che si è fermata li, a piangere: capisco cosa stia provando, capisco cosa si provi, capisco come si sta male.

E nel silenzio di questo cocente pomeriggio, resta solo il suo singhiozzo, perso nel vento che batte sulle persiane…

 

8 Commenti

  1. Morto un’amore se ne fa un’altro. E di solito è sempre meglio di quello che lo ha preceduto.

    La verità è che si dimentica. Ci si dimentica di tutto, diversamente passeremmo la vita a piangere.:)

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