L’arte di osservare i comportamenti

Avete mai osservato qualcuno mangiare? Vi è mai capitato di sedervi ad un tavolo e, magari, non mangiare, e così osservare i comportamenti dei commensali e il loro rapporto con il cibo? A me si, e adesso vi racconto…

E’ importante osservare gli sguardi e i movimenti delle posate: c’è chi, stancamente, alza il cucchiaio e la forchetta, con lo sguardo perso verso l’iperuranio, magari pensando, intanto, a mille altre cose. Si guarda intorno, poi posa lo sguardo verso un punto fisso, distrattamente. Un rapporto routinario con il cibo, sinonimo, forse, della ciclicità con cui la persona stessa vive la sua vita.

C’è chi, invece, corre, freneticamente, e non si preoccupa poi tanto dei sapori o di ciò che ha nel piatto: evidentemente una persona dinamica, che non ha tempo da perdere ne, tantomeno, di gustarsi ciò che ha nel piatto.

Al contrario c’è, chi, perde tempo, gustando le singole pietanze, nella migliore tradizione dello Slow Food, gustando i singoli sapori, le singole forchettate, perdendo tempo nella scelta degli ingredienti da abbinare, del giusto formaggio da spargere sul sugo, eliminando, una ad una, le lische del pesce. Insomma, sicuramente una persona precisa, pignola, che sa esattamente cosa vuole!

I comportamenti, i gesti, anche i più piccoli ed impercettibili, servono a dare il giusto “profilo psicologico” di ogni commensale. Osservare è un’arte che si affina giorno dopo giorno: provateci anche voi! Scoprirete una realtà, forse, diversa da quella che avete visto fino ad ora con i vostri occhi, non soffermandovi ad osservare! ;)

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