“E’ solo un gatto”: si, ma chi l’ha detto? Più osservo i gatti, più guardo i loro musetti, il loro modo di comportarsi, più mi rendo conto che sono ben più umani di certi “umani” che non hanno certo le carte in regola per definirsi tali…
Guardo il comportamento di un gatto, lo osservo: si avvicina, mi fa le fusa, e non mi chiede niente in cambio se non un grattino, una carezza. Lo coccolo e lui rotola sul pavimento, e se mi vede triste si avvicina e sembra quasi volermi abbracciare!
E’ un gatto molto intelligente: nonostante non abbia la voce, riesce a farsi capire alla perfezione. Guarda la ciotola con uno sguardo triste, e dice solo miao. Evidentemente gli manca l’altra gatta, che è sempre insieme a lui: per ora non c’è, da qualche giorno è in giro, ma è evidente che lui soffre!
Non penso sia soggezione: è più l’evidente comportamento triste di un gatto che, ogni giorno, regala la sua allegria sorniona.
Mi è sempre vicino, e non chiede niente in cambio: non fa mai dispetti, si fa accarezzare, stropicciare, trascinare, senza dir niente. Se capisce che il suo padrone è triste, sembra far di tutto per farlo sorridere: è una sorta di patto tacito tra noi e lui. Se lo vediamo triste, raddoppiamo la razione di coccole: lui è felice!
Non è soltanto un gatto: è più umano di certe persone che non ti degnano mai di uno sguardo, che sono pronte a presentarti il conto alla prima occasione utile. Lui no: a lui basta un piatto di croccantini e un pò d’acqua per essere felice. Gli bastano i grattini sul collo, le coccole e i giochi per sentirsi voluto bene: lui ricambia accogliendoci con un miao appena sente la nostra presenza, anche da dietro una finestra abbassata.
A lui non importa niente che qualcuno lo ringrazi: lui offre il suo bene così, senza voler niente in cambio. Non si tratta di “antropizzare” il suo comportamento convincendosi che sia simile a quello degli umani: il suo miagolio triste, le fusa, i grattini, sono chiari, evidenti, palesi segni del suo bene nei nostri confronti.
Sa che non può entrare in casa, ma fa di tutto per farlo: se gli diciamo “dai, ora esci che sennò qui starnutiscono tutti” lui si butta per terra e risponde “MAO”, impedendo di chiudere la finestra stessa
Se si è tristi, il sorriso torna in un niente guardandolo: sono assolutamente certo che sia capace di comprendere i nostri stati d’animo: è un gatto dall’indole assolutamente buona, coccolosa. Non si lamenta se lo trascini da una parte all’altra, se lo fai rotolare, se gli fai i grattini sullo stomaco, se giochi con lui, se, inavvertitamente, gli pesti la coda.
E se è triste, sembra non volere dare fastidio a nessuno: noi lo capiamo e, ancor di più, troviamo la giusta occasione per ringraziarlo nel più semplice dei modi. Volendolo bene!
L’articolo è dedicato ad Alfio, il gatto della foto, che tanto affetto sa regalarci senza domandare niente in cambio!
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