Ma vaffan@#%$ ai compiti delle vacanze!

Aldilà del fatto che non ne ho mai compreso l’utilità, se non quella di “rompere” e rovinare le vacanze ai poveri studenti, non sono mai riuscito a concepire (ed accetare) i “compiti delle vacanze”…

Senza finte modestie,
posso dire che a scuola ero parecchio bravo, ma non sono mai riuscito a capire cosa scattasse nella mente degli insegnanti al  momento di “cafuddàre”, come si dice a Palermo, 50/60 pagine di esercizi, “per rimanere allenati durante le vacanze”.

Era quasi un risvolto del sadismo: quasi una sorta di ghigno a voler dire “sgobbate!”. C’era, poi, chi usava metodi molto amichevoli per convincere gli studenti a svolgere i compiti: “sappiate che chi non mi porta tutti i compiti svolti, dal primo all’ultimo, e la relativa relazione, si prende un “uno” gigante sul registro”.

Insegno anche io,
anche se non insegno alle elementari, medie o superiori, ma non mi verrebbe mai in mente di rovinare le vacanze ai miei studenti!
Certo, probabilmente gli consiglierei di non dimenticarsi completamente di ciò che abbiamo fatto durante l’anno, ma non li obbligherei a sgobbare sotto l’ombrellone a leggere libri, formule e relazioni!

La cosa che non si è mai capita è che, spesso e volentieri, “imponendo” le cose si ottiene solo l’effetto contrario di quel che si desidera. E allora, erano anni che lo volevo dire: ma vaffan°#%& ai compiti per le vacanze!

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