“Perché”. E’ l’unica cosa che mi domando adesso, molto tempo dopo. E sono domande e interrogativi che non trovano una soluzione…
La quasi totalità delle volte, nella nostra vita, ci ritroviamo – specie con il proverbiale e famosissimo “senno di poi” – a chiederci “perché”. Perché ti sei comportata così? Per quale motivo hai preso questa scelta? Perché sei andata oltre? Perché non ti sei fermata in tempo?
E nascono, così, domande ed interrogativi che non riescono, in nessuna maniera, a trovare una soluzione: resti inchiodato a cercare di comprendere, a tentare di capire, a cercare di trovare delle soluzioni logiche in mezzo alla più totale e scellerata delle illogicità, e anche se cerchi, quantomeno, di fare il punto della situazione, anche se cerchi di trovare, dentro tutto quel marciume, un minimo senso di coerenza, l’unica cosa che ti ritrovi a ripetere è “perché”.
Perché comportarsi così adesso? Per quale motivo non essersi comportati così in passato, quando era il momento, quando valeva la pena, quando era il giusto momento per vivere le passioni, per vivere la maturità di un rapporto?
E’ ovvio che te lo domandi, ed è altrettanto ovvio che risposte non ce ne sono, anche per il motivo che, semplicemente, il non trovare risposte alle proprie domande trascende, successivamente, nel “rimuginio spicciolo”, quello che ti distrugge un pezzo per volta e ti fa del male pezzo dopo pezzo. Una cosa assolutamente da evitare non soltanto per la sua improduttività ma anche per la sua tendenza a divorarti pezzo dopo pezzo.
E quindi? Le domande restano senza una risposta? Quei maledetti punti di domanda restano sospesi in aria senza nessuno che gli dia un senso? Ebbene, molto probabilmente si: la vita potrebbe o non potrebbe darti le risposte.
Sta a te cercare di non farti incastrare dalle domande, specie quando sai che gli interrogativi non possono fare altro che restare tali…