Tante e troppe volte, ci costruiamo degli alibi derivanti dalle nostre difficoltà, quasi come se volessimo, costantemente, giustificare noi stessi…
Ragionamenti su alibi e difficoltà (sarà l’età che avanza)…
Qualche giorno fa, ma solo adesso riesco a trovare due minuti per concretizzare il mio pensiero, riflettevo sul fatto che tutti noi viviamo delle difficoltà, ci mancherebbe: certo, non tutte le difficoltà hanno lo stesso “peso”, ed alcune rappresentano un handicap sicuramente maggiore rispetto ad altre, sebbene “il peso” delle difficoltà è dato, in buona percentuale, anche dall’importanza che noi stessi diamo alle difficoltà in questione.
Sicuramente, esistono situazioni in cui le difficoltà sono obiettive, e su questo siamo tutti d’accordo: ad ogni modo, avere una difficoltà, avere un handicap, soffrire, lottare contro i propri fantasmi interiori, lottare contro le proprie paure, le proprie incertezze e le difficoltà NON deve diventare vettore per crearsi UN ALIBI.
“Eh, ma io ho le difficoltà”, “eh, ma io non posso”, “eh, ma io ho un handicap”. SBAGLIATO: vietato piangersi addosso e prendere la scusa del “non ce la faccio perché”. Certo, hai una difficoltà e non lo mette in dubbio nessuno, ma NON PUOI e NON DEVI piangerti addosso per nessun motivo. Sopratutto, NON PUOI e NON DEVI creati UN ALIBI derivante dalla difficoltà che vivi, obiettiva o no che sia.
Troppo spesso vedo, sento, mi accorgo che la gente si interfaccia al mondo con un’ottica errata, figlia di questa mentalità che non può essere altro che viziosa: farla diventare “virtuosa” è più facile di quanto non si immagini. Basta solo averne contezza e sapere quali sono le priorità e quali le strade da imboccare per non cadere nel tranello!
Basta davvero poco, in fondo: basta un minimo di sacrificio per dire no ad alibi che ci autocostruiamo e a dinamiche che, nel lungo periodo, finirebbero per logorarci!