Non riesco più a fidarmi di nessuno, e mi dispiace, ma non riesco a lasciarmi andare per paura di soffrire ancora…
Non riesco più a fidarmi di nessuno: me ne sono accorto in quest’ultimo periodo, analizzandomi ed osservandomi, e rendendomi conto di come il mio primo pensiero sia sempre mirato a cercare l’eventuale fregatura che c’è dietro ad ogni gesto, anche quello più innocente, perché la paura di espormi, di abbassare le difese e soffrire un’altra volta è troppo grande, e sinceramente, oltre a non averne alcuna voglia, mi rendo conto che è qualcosa da evitare nella maniera più assoluta e categorica possibile.
È chiaro che così si passa da un estremo all’altro, lo so, ma non posso rischiare, e, più probabilmente, semplicemente non voglio e basta: ne ho già viste e vissute troppe, e seguitare a farsi del male è assurdo e senza alcun senso. Per carità, comprendo perfettamente che anche restare perennemente sul chi va là è deleterio, siamo assolutamente d’accordo, ma non posso rischiare di credere ancora in qualcuno o in uno qualsiasi dei suoi gesti per poi ritrovarmi a soffrire ed incolparmi per non essere riuscito a rendermene conto prima.
No, ora basta: preferisco restare un passo indietro, costantemente dubbioso su tutto e su tutti, senza più attendermi niente, tenendo sempre quel minimo di sano e legittimo dubbio che possa giustificare un gesto inaspettato o inspiegabile. Male che dovesse andare, potrò sempre dire di non aver avuto aspettative, di non aver puntato ed investito risorse e speranze verso una persona e i loro gesti, perché la stronzaggine – ricordatelo – è sempre dietro l’angolo, e la sofferenza della delusione e di sì prende gioco di noi non perdona mai.
Questo è il risultato della sofferenza: si diventa diffidenti, e si è costretti a farlo per poter sopravvivere senza soffrire.
Mi hanno piantato dentro così tanti coltelli che quando mi regalano un fiore all’inizio non capisco neanche cos’è. Ci vuole tempo.
(Charles Bukowski)