Psicologia, il "cocco di mamma" destinato alla depressione

L’Università di Purdue, in India, sembra non aver dubbi circa il fatto che i “cocchi di mamma” hanno un solo destino: la depressione. Ecco perché.

Chissà quante volte ci siamo sentiti dire “cocco di mamma” o abbiamo detto questa frase: una frase che può diventare pericolosa secondo l’Università Indiana di Purdue. Già: se essere i prediletti dei genitori può, in qualche modo, giovare da piccoli, ben presto si rivelerà essere un’arma a doppio taglio, non soltanto nei confronti degli stessi genitori, le cui aspettative saranno sempre maggiori, ma anche nei confronti di eventuali fratelli, che coverebbero crescente astio e rivalità.

La conferma è arrivata al termine di una ricerca che ha coinvolto 725 persone con un’età media di 49 anni: incrociando i dati relativi a vicinanza emotiva, conflitto, orgoglio e delusione, è emerso che chi, da piccolo, veniva descritto come “cocco di mamma” viveva, in età adulta, depressioni di livello basilare o maggiore, ovvero in forme più o meno gravi, nella quasi totalità dei casi. E non è tutto: le stesse persone affermavano di avere, oltre al sopracitato rapporto conflittuale con i genitori, anche diverse acredini con fratelli e/o sorelle.

La ricerca segue (e conferma) i dati di una ricerca del 2005 della California University, che già allora aveva evidenziato come le eventuali preferenze dei genitori su un figlio piuttosto che su un altro, portassero a risultati identici.

Insomma, cari genitori: non è affatto facile fare il mestiere del padre o della madre, ma, nel farlo, ricordate sempre di usare il giusto equilibrio (ed il giusto affetto) per ognuno dei vostri figli. Eviterete a lui – e a voi – tante rogne per il futuro! ;-)

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