La rabbia è qualcosa che ti porti dentro, ma non è infinita, per quanto ci si sforzi di “protrarla”: giunge un momento in cui cede il posto alla ragione e al rimorso…
Dopo un attento, lungo e scrupoloso lavoro su me stesso, ho imparato a gestire la rabbia, consapevole del fatto che non soltanto è un inutile spreco di salute, tempo ed energia, ma può diventare un pericoloso precedente per pentirsi, in futuro, di scelte fatte nel presente e dettate, appunto, da uno stato di cose “deviato”, dettato, magari, dalla rabbia verso qualcuno, da un rancore, da qualcosa.
Ho assistito diverse volte, da spettatore, alle conseguenze che la rabbia ed il rancore hanno sulla gente, e, in generale, sui rapporti umani, e posso ampiamente dire che tante e troppe volte, ci si ritrova di fronte a conseguenze realmente deleterie, dettate da una sorta di impeto che detta scelte assolutamente sbagliate, anche perché – e questa è una cosa che tutti dovremmo ricordare – anche se ci si sforza di protrarla a lungo, la rabbia non è affatto eterna.
Giunge un preciso momento, infatti, in cui la rabbia evapora, si scioglie, e la ragione prende il posto del rancore: quasi sempre, quando la ragione ha preso il posto di qualcosa che abbiamo covato dentro, e che ci accorgiamo aver imbruttito solamente noi, ma, sopratutto, averci fatto perdere del tutto inutilmente la salute, scattano i cosiddetti rimorsi, legati al guardarsi dietro e all’accorgersi di cosa abbiamo potuto combinare dando seguito al nostro rancore.
Così ci si ferma e si ragiona, e si capisce che, forse, siamo stati realmente troppo avventati a dire quelle parole, a compiere quelle determinate azioni: sono felicemente felice – concedetemi questa meravigliosa forma verbale – di riuscire a restare fuori da queste dinamiche, ma sapete quanta gente ho visto, dopo anni di rabbia, di rancore e di impossibilità ad un ragionamento onesto, puro e “lucido”, battersi la testa mille e mille volte contro il muro del rimpianto e del rimorso?
E allora, pensateci molto bene prima di agire sotto effetto del rancore. Gli effetti possono essere davvero deleteri, e non soltanto sul breve periodo…