Sono sempre stato dell’avviso che realizzare i propri sogni è possibile solo se ci si sbraccia e si lavora per costruire la realtà che vorremmo vivere.
Pensare di realizzare i propri sogni è, logicamente, un traguardo a cui auspichiamo, evidentemente, tutti, o comunque la maggior parte di noi, ma è troppo facile sperare un futuro radioso e conforme alle nostre aspettative se non siamo noi stessi i primi a lavorare affinché ciò accada!
Voglio dire, avere un obiettivo, una “vita ideale”, un sogno, un ideale da realizzare è importante e aiuta, sicuramente, a vivere meglio, ma penso sia imprescindibile anche solo minimamente immaginare di pensare ad un futuro a nostra misura senza prendere in considerazione la necessità di “rimboccarci le maniche” in prima persona, sbracciandosi per essere parte attiva nella realizzazione del nostro desiderio.
Un noto proverbio, infatti, dice “Aiutati che Dio ti aiuta”, proprio ad indicare che, certo, un aiutino “dall’alto”, o dalla fortuna, o dal caso, o dalla sorte, o dal Karma, come preferite, arriva sicuramente, ma dobbiamo essere noi per primi a cercarlo, noi per primi a realizzarlo. Non si può, passivamente, attendere la proverbiale “manna dal cielo” senza che ci si metta in gioco in prima persona, si rischi in prima persona, ci si esponga in prima persona, si combatta in prima persona, contro gli altri e contro noi stessi, affinché nessuno ci regali qualcosa, ma sopratutto affinché possiamo essere soltanto noi stessi gli autori del nostro sogno, i realizzatori della nostra chimera, i costruttori del nostro “futuro ideale”.
E poi, diciamocelo anche molto chiaramente, vuoi mettere la soddisfazione di sapere di esserci riusciti da soli, senza l’aiuto di nessuno, sudando, certo, ma vedendo altamente ripagati i nostri sforzi? Si tratta di una soddisfazione che difficilmente ha “pari” nella vita. Cerchiamo di non dimenticarlo mai, e di trarre ispirazione, forza e motivazione da questo!