Ricominciare ancora, ovvero gli "upgrade" della vita

Ricominciare ancora

Ricominciare tutto daccapo, ancora, forse per prepararsi ad un “upgrade” della propria vita…

Ricominciare tutto daccapo significa, di fatto, prepararsi a qualcosa di diverso: riflettevo su tutte le volte nella mia vita in cui ho dovuto ricominciare tutto daccapo, nel lavoro, nei sentimenti, nelle amicizie – e come me, penso tanta altra gente – e mi viene da pensare ad una metafora, un po come gli aggiornamenti di un Sistema Operativo.

Avete mai fatto caso che quando il PC fa scattare un aggiornamento, alla fine si riavvia per poi ripartire, magari con funzionalità nuove, con nuove caratteristiche o una nuova grafica? Ecco, penso che ricominciare tutto daccapo, nella vita, equivalga a fare “un upgrade” della propria condizione, ed è proprio quel “ricominciare” che rappresenta l’ideale riavvio di un PC.

Certo, a dirsi è facile: peccato che non siamo macchine formate da transistor, ma persone che, ad ogni “riavvio”, perdono dei pezzi che si lasciano alle spalle: in fondo, perché nella vita si ricomincia? Chiaramente perché un amore finisce, perché finisce una propria fase, perché si chiudono dei rapporti lavorativi, e ci si ritrova costretti, quindi, a doversi riavviare, ritrovandosi, di fatto, immersi in una nuova condizione di vita con cui doversi confrontare e con cui dover fare i conti. 

Non si può sapere, però, se il “riavvio” della propria vita sia deleterio o no: certo, è chiaro che quando ti ritrovi alla fine di un amore, oppure dopo aver perso un lavoro, specie nei primi mesi – almeno che non si abbia una fortuna spacciata, e questo vale principalmente per la questione lavorativa, visto che se ti lasci non vai certo a ricominciare una storia dopo tre giorni! – non sarà ceto facile vivere la nuova condizione, ma penso che quell’ideale riavvio della propria vita sia più una sorta di fase “predisponente” ad un cambiamento, che ci apre alla possibilità di scoprire nuovi modi, nuovi contatti, nuove idee, ma che, sopratutto, ci impone di imparare una lezione ed arricchirci, migliorando noi stessi riflettendo sulle nostre “parti” di errore che hanno portato a quella situazione, ricordando sempre che “il 100% di colpa non esiste”. 

Checché se ne dica, o checché vogliano farvi credere, così da farvi morire con i sensi di colpa, la colpa è sempre a metà: una situazione che si viene a creare in cui qualcosa finisce, è sempre figlia di colpe valide al 50%, mai al 100%, nonostante la parte che si riterrà “lesa” possa dire che “è solo colpa vostra”. SBAGLIATISSIMO: la colpa è di entrambi, ed è sempre stato così, come la vita insegna.

Rifletteteci: io l’ho imparato proprio in uno dei miei, tanti, personali “riavvii”…

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