Salute, la cannabis riduce il numero delle crisi epilettiche

Salute - Epliessia maggiormente curabile tramite la cannabis

Salute, uno studio conferma gli effetti terapeutici della cannabis nella cura dell’epilessia: riduce numero e gravità delle crisi. I dettagli.

Salute, parliamo di epilessia: uno studio palermitano condotto dal Centro Rimed, ha, recentemente, messo in luce come la cannabis riduca numero e gravità delle crisi epilettiche, e come, quindi, l’assunzione controllata possa fare la differenza nella lotta alla patologia.

Nello specifico, alcune forme di epilessia sarebbero molto più facilmente curabili attraverso tale sostanza: da sottolineare il fatto che, spesse volte, l’epliessia è curabile anche tramite farmaci, ma 30 pazienti su 100 sviluppano farmacoresitenza, e questa scoperta potrebbe, per taluni, fare la differenza in maniera sensibile!

Gli esperti del Rimed commentano:

La somministrazione controllata di cannabis in un paziente fortemente farmaco-resistente è stata in grado di ridurre in maniera significativa il numero e la gravità delle crisi epilettiche, migliorando altresì la performance cognitiva. E questo senza effetti collaterali. Partendo dall’osservazione clinica di un paziente è stata in seguito individuata in laboratorio la molecola “cannabidivarina” e il suo possibile meccanismo d’azione. Nessuna terapia farmacologica riesce a risolvere la condizione del paziente osservato, per cui il paziente si sottopone ad intervento chirurgico, senza però ottenere beneficio. I genitori del ragazzo decidono, in maniera indipendente, di provare a somministrare cannabis sotto forma di tisana come ultima terapia possibile. Nel giro di 4 giorni la condizione clinica del paziente evidenzia una significativa riduzione delle crisi epilettiche e un miglioramento delle perfomance cognitive. Vengono quindi effettuati i test per valutare le concentrazioni ematiche di diversi cannabinoidi, un’accurata valutazione elettroencefalografica e i test cognitivi. I risultati ematici mettono in evidenza un cannabinoide ancora poco conosciuto e studiato, la cannabidivarina. Dall’osservazione clinica siamo passati alla fase sperimentale, riuscendo a mettere in evidenza un nuovo meccanismo di azione relativo alla cannabidivarina. Abbiamo dimostrato come questa molecola, priva di effetti psicoattivi, sia in grado di modulare la risposta GABAergica mediata dai recettori GABAa. I risultati di questo studio aprono interessanti prospettive. E’ importante proseguire le ricerche sui potenziali terapeutici dei fitocannabinoidi, in modo da colmare il gap scientifico degli ultimi 40 anni.

Insomma: una notizia utile e curiosa allo stesso tempo. Staremo a vedere se tale scoperta potrà avere benefici ed “applicabilità” nel nostro Paese, o se, al contrario, la strada si preannuncerà “in salita”. Ad ogni modo, è comunque un buon passo avanti in nome della scienza!

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