Salute, obesità: un gene è in grado di spegnerne il meccanismo

Salute - Obesità spenta grazie ad un gene

Salute: l’obesità si può fermare grazie allo “spegnimento” di un gene, che, di fatto, ne azzera il meccanismo. Scopriamo i dettagli di questa scoperta.

Salute: parliamo di obesità, “piaga” della modernità e vero dramma per tante persone che ne vivono le conseguenze, a volte anche molto pericolose per la salute. Eppure, sembrano arrivare buone notizie dalla scienza: i ricercatori della Houston University, infatti, hanno scoperto che “spegnendo” uno o più geni, “interessati” al meccanismo dell’obesità, si ferma, di fatto, la crescita incontrollata di peso, dimagrendo e “guarendo” da tale problematica.

I test di laboratorio sui topi hanno dato risultati altamente positivi ed incoraggianti: gli esperti, infatti, sono riusciti a “spegnere “il Gene RAP1, con conseguente “spinta” alla perdita di peso degli animali, nonostante questi ultimi fossero alimentati attraverso una dieta ad alto contenuto di grassi.

La ricerca è unica e sorprendente nel suo genere, perché apre a scenari impossibili fino ad ora: si potrebbero, infatti, creare dei farmaci in grado di “spegnere” selettivamente i geni dell’obesità, riuscendo, in questo modo, nell’incredibile opera di sconfiggere tale patologia attraverso una pillola!

Nello specifico, il gene RAP1 sembra essere il responsabile del meccanismo che, di fatto, scatena l’aumento di peso che si trasforma in obesità: lo ha confermato non soltanto la scienza attraverso la sperimentazione sui topi, ma il confronto con un altro gruppo di topi, alimentato con gli stessi alimenti, ricchi di grassi, forniti al “gruppo” di topolini il cui gene era stato disattivato. Risultato? Il “gruppo” di topi con il gene “disattivato” non ha presso neppure un grammo, al contrario del gruppo di cavie con il gene attivo.

I ricercatori commentano:

Abbiamo osservato che i topi privi di RAP1 non erano fisicamente più attivi. Tuttavia, mangiavano meno e bruciavano più grasso corporeo rispetto ai topi con RAP1. Queste osservazioni sono state associate con una maggiore produzione da parte dell’ipotalamo di un ormone che riduce l’appetito, chiamato POMC, e con una produzione minore di ormoni che stimolano l’appetito, chiamati NPY e AgRP.

Insomma: una nuova speranza nella lotta all’obesità, e, di fatto, un importante passo avanti per il mondo scientifico. Incrociamo le dita… E speriamo bene!

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