Sessualità, nuove armi contro l'impotenza: arrivano le "onde d'urto"

Sessualità - Nuove armi contro l'impotenza - Arrivano le onde d'urto

Sessualità ed impotenza: dalla scienza, nuove armi per combattere le disfunzioni erettili maschili. Scopriamo insieme le “onde d’urto”.

Sessualità: parliamo di disfunzioni erettili nell’uomo, e, in particolare, parliamo di impotenza, un problema davvero ostico per tutti coloro che ne soffrono e che si ritrovano a dover lottare contro un problema che affligge il fisico e la psiche, dal momento che – logicamente – l’uomo ne risante di certo fisicamente, ma anche “mentalmente”.

Dalla scienza arriva una nuova speranza nella cura dell’impotenza: parliamo delle onde d’urto a bassa intensità, utili a combattere la disfunzione erettile lieve o moderata, che, di fatto, rappresenta un terzo dei tre milioni di pazienti che ne soffrono nel nostro Paese. A confermarne i benefici è la Società Italiana di Andrologia, che spiega i risultati di un test, attualmente ancora in corso, effettuato su quasi 100 pazienti, tra 18 e 65 anni, i cui risultati positivi si sono registrati in sette casi su dieci! Nello specifico, nel 70% dei casi trattati, i pazienti hanno smesso di assumere farmaci tornando ad una sessualità “spontanea” e non artificiale.

I pazienti sono stati sottoposti, mediamente, a sei sedute di onde d’urto con 3000 colpi a basso voltaggio. Gli esperti commentano:

I dati di follow up a sei mesi sono molto promettenti. Negli uomini con disfunzione erettile di grado lieve/medio, la terapia ha successo e garantisce un netto miglioramento nel 70% dei casi. Successo significa in questo caso possibile guarigione: i farmaci contro la disfunzione erettile hanno rivoluzionato le abitudini sessuali ma restano cure “on demand”, incapaci se non in rari casi di ripristinare la funzione erettiva. Le onde d’urto invece riescono a ristabilire il meccanismo dell’erezione, consentendo il ritorno a una sessualità naturale senza necessità di programmazione dei rapporti. Si tratta però di una tecnica ancora emergente e la ricerca ha il compito di approfondire i meccanismi di azione della metodica. Per questo occorrono dati derivanti da studi multicentrici per definire gli effetti del trattamento nel lungo periodo.

Insomma: una speranza in più per chi soffre di questo problema… E chissà che, magari, grazie a questa nuova scoperta scientifica, nascano tanti bambini e tante famiglie felici!

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