Silenzi contro cui combattere

Silenzi contro cui combattere

Se mi chiedessero qual’è stata (e qual’è) la cosa più difficile da fare, racconterei dei silenzi e di come, per quanto meravigliosi siano, spesso vadano combattuti…

I silenzi: tanto belli, meravigliosi, rilassanti, romantici, ma anche così pesanti, dolorosi, preoccupanti, ansiogeni, impressionanti.

Dipende, semplicemente, dal modo in cui vedi le cose: la vita è fatta di mille momenti diversi, nei quali, ognuno di noi, si proietta e vede (anzi, spesso, “rivede”) se stesso, e, quasi sempre, i silenzi fanno da cornice a quegli attimi e a quei momenti, fatti di riflessione, fatti di paura, fatti di gioie e dolori, in cui i silenzi hanno incorniciato precisi attimi, precise sensazioni, precise gioie, come fotografie che il tempo, a poco a poco, scolorisce come fogli rimasti a bruciare sotto il sole di mille giornate diverse, di tanti, troppi dolori, di tante, troppe sofferenze profonde e sincere, quasi mai provate in questo modo così tremendamente diretto.

Eppure, la vita è rimasta ad attenderci, ad accompagnarci nelle giornate e nel sole, nella pioggia e nel grigiore, nel silenzio dei pomeriggi d’estate e nel silenzio delle notti vuote, con qualche grillo, lontano, a fare da sottofondo, o con la pioggia che scroscia sugli alberi e sulle foglie, mentre la mente inventa bugie e ricordi per cercare di scappare via, lontano, verso una meta che neppure conosce…

Chissà, forse il silenzio è come una pausa nella nostra vita, come un vuoto fatto di necessità e di desiderio, di bisogno e di osservazione, per cercare di comprenderci, per cercare di osservarvi, per cercare di capire chi siamo davvero e cosa rappresenti tutto questo per noi.

E tra le mani rimane solo questo silenzio, questo vuoto fatto di ricordi e di parole che non si sentono più, di voci ormai passate e lontane, come la vita che è andata via, ormai perduta verso l’orizzonte…

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