Tumori, arriva il supercomputer che li diagnostica in dieci minuti

Tumori - Arriva il supercomputer che li diagnostica in dieci minuti

Tumori diagnosticabili in dieci minuti grazie a “Watson”, il supercomputer di IBM che apre la strada a nuove speranze di cura. I dettagli.

Tumori che vengono diagnosticati in dieci minuti grazie ad un supercomputer: sembra fantascienza, ma non è così. Stiamo parlando di Watson, il supercomputer creato da IBM in grado di fare, in soli dieci minuti, il lavoro che un intero team di ricercatori svolge in 160 ore!

Si tratta di un passo avanti senza precedenti: Watson è, in realtà, una forma di intelligenza artificiale creata proprio in IBM, che, se sfruttata correttamente, può rivelarsi di fondamentale importanza anche e sopratutto nel campo medico, oltre che in tantissimi altri settori.

Ad esempio, tramite Watson è stato possibile trovare una terapia per un tumore cerebrale in soli dieci minuti, quando, un intero team di ricercatori, impiegherebbe 160 ore! Nello specifico, la ricerca ha interessato un uomo, settantaseienne, affetto da glioblastoma, tumore cerebrale: l’uomo si è sottoposto ad intervento di rimozione della massa tumorale, radioterapia e chemioterapia, ma è morto meno di un anno dopo la scoperta della malattia.

A questo punto, si è tentato di capire se fosse stato possibile salvare l’uomo usando una terapia diversa: così, i ricercatori hanno prima sequenziato il Dna del tumore con uno dei test che si usano normalmente nella routine medica, che analizza, però, solamente alcune parti del genoma, e, successivamente, con un sequenziamento totale sia del Dna che dell’Rna. I dati sono stati, successivamente, analizzati dall’intelligenza artificiale Watson e da un team di ricercatori, che includeva un oncologo, un neuro-oncologo e un bioinformatico.

Gli esperti commentano:

Lo studio serviva a rispondere a due domande. Per prima cosa volevamo sapere se la sequenza dell’intero Dna, che è più costosa e lunga da fare, è più utile ai medici per sviluppare un trattamento. Inoltre volevamo confrontare l’analisi di Watson con quella di un team di ricercatori.

Ebbene: la risposta alla prima domanda è stata un “si”, sia per Watson che per i medici, con la differenza che l’intelligenza artificiale ha impiegato dieci minuti per giungere a tale risultato, mentre i medici hanno impiegato 160 ore: se pensate che sia, però, giunta ora di mandare i pensione i medici in carne ed ossa, vi sbagliate di grosso, dal momento che i medici sono giunti alla creazione di una combinazione di farmaci potenzialmente più efficace rispetto a quella raccomandata da Watson!

Insomma: le macchine non sostituiranno certo l’uomo, ma, ancora una volta, ci dimostrano che possono davvero migliorare la nostra vita, arrivando – prima e meglio – a soluzioni che, se messe in atto tempestivamente, possono davvero salvare la vita dei pazienti!

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