Immagino un ritorno silenzioso, di quelli che tu non ti aspetti, di quelli che, in un solo istante, sono capaci di cambiarti una vita intera…
Mah. Sarà che a me piacciono le storie d’amore, e penso, spero, credo che ci sia sempre l’happy ending, eppure mi sono soffermato tante e tante volte, in questi anni, a riflettere, ad immaginare, a concepire un ritorno silenzioso, di quelli che ti sconvolgono totalmente la vita.
Ho immaginato tante e tante volte situazioni, scene, discorsi, dialoghi, figli, totalmente ed unicamente della mia fantasia, che viaggia per lidi sconfinati, lontani, infiniti, liberi e senza nessuna barriera: sarà che, forse, è un utile esercizio per sentir meno le mancanze del cuore e dei sentimenti, mentre vedi che il tempo ti scorre tra le mani senza che tu riesca a rendertene quasi conto.
Eppure, quella scena l’ho immaginata tante e tante volte, come se tutto ripartisse e ritornasse esattamente da dove è terminato, come se il nastro si riavvolgesse totalmente, e noi ci ritrovassimo li, a quelle maledette ore 13:40 di un primo pomeriggio di maggio semi nuvoloso, e da li ripartisse qualcosa di diverso, qualcosa di unico, qualcosa che non ha una sua dimensione perché nessuno lo ha vissuto fino ad ora.
Certo, so bene quanto ciò sia stupido ed immotivato, ma credo di aver abbondantemente superato, ormai, il cruccio del dover dar conto e ragione a qualcuno tranne che a me stesso ed alla mia coscienza: vivo sentimenti, giornate, attimi ed emozioni esattamente per come io credo sia giusto viverli, non certo pensando a come la gente voglia che io viva le mie emozioni, i miei attimi, i miei momenti. Se una cosa è lecita e mi fa stare bene, che ben venga: onestamente, ho già perso troppo tempo a farmi stupide fisime che non stanno ne in cielo e ne in terra.
Poi ritorno con la mente ad oggi, e mi accorgo di quante cose siano cambiate, me per primo… Ma “mai dire mai”: nulla si può escludere a priori!