Capitolo 12
Il tempo, però, non aveva scalfito d’un centimetro gli occhi di ghiaccio di quella ragazza, quasi donna, cresciuta forse troppo presto nella sofferenza di chi soffre per gli amori sbagliati.
Seguiva con lo sguardo ogni suo rapido movimento, ogni gesto che le sue dita compivano gesticolando tra una frase e l’altra: sorrideva pensando che non aveva perso l’abitudine di gesticolare mentre parlava: diceva che "serviva a sottolineare meglio i concetti", ma lui sapeva che era una sua caratteristica. Se lo ricordava bene, durante le interrogazioni, quando esprimeva i suoi concetti con elaborati segni di dita e ombre sul muro, che sembravano disegnare parole come la penna sul foglio bianco.
Era giunto il momento di andare: quel loro primo incontro aveva un non so che di particolare, di strano e magico allo stesso tempo: era riuscito, nonostante fosse durato davvero poco, forse meno di quel che in realtà si aspettava, a regalare un sorriso che aveva perso ormai da diversi mesi. Un sorriso spontaneo, nato quasi senza che potesse accorgersene, regalato con sincerità e semplicità da quella ragazza, tornata nella sua vita in maniera sorprendente, senza che lui potesse mai aspettarselo!
Era forse il segno che la vita poteva ancora sorprenderlo, realizzando vicissitudini ed aneddoti che non ti aspetti: era ciò che di più amava della vita. L’aspetto della "sorpresa", della continua ed eterna sorpresa che ogni giorno il suo tempo gli donava, lo rendeva capace di affrontare con una rinnovata "serendipità" quelle piccole grandi cose, sorprendendosi anche delle cose che conosceva già. Analizzandole meglio, infatti, scopriva particolari e segni che erano sempre stati sotto i suoi occhi, ma dei quali non si era mai accorto se non ad un’occhiata più approfondita e rinnovata, con lo stesso spirito di un bambino che, per la prima volta, compra la sua bicicletta tanto agognata, e corre, felice e spensierato, lungo i marciapiedi e le vie.
Si avviò verso la finestra, per ammirare ancora quel paesaggio così stranamente rilassante. Poi, si voltò verso di lei, e con pochi cenni le disse:
– "E’ tempo che io vada, ma ci ritroveremo presto."
Si avviarono verso la porta, insieme, tra un sorriso e uno sguardo. Il tempo di un’arrivederci e la porta si chiuse dietro di se.
Tornato in strada, non riusciva a non pensare a quegli sguardi, all’odore della vernice fresca, a quel quadro e a quel paesaggio così luminoso.
Non sapeva perchè, ma sentiva già il bisogno di rivederla…
(… Continua … )
Bozze per un romanzo : solo una cosa voglio aggiungere . Non pensate che davvero quanto ho raccontato sia la fotocopia di cose accadute realmente . Magari ho preso spunto , ma per tutto il resto è soltanto frutto della mia fantasia . Questo racconto , come tutti quelli che seguiranno , sono PROTETTI DA LICENZA CREATIVE COMMONS LICENCE . E’ vietata la copia e la riproduzione, siano esse anche parziali . Se qualcuno fosse interessato al mio racconto , può contattarmi privatamente dalla sezione "Contatta Il Giomba" (C) Giomba – C.C.Licence