C’è sempre qualcosa che manca, sempre: puoi far tanto, puoi far tutto, ma ci sarà sempre qualcosa che ti pone “ad un passo” dalla completezza che cerchi…
Qualcosa manca, costantemente: c’è sempre qualcosa che ti fa fermare ad un passo, che ti rende sempre incompleto in tutto quanto, come se quel tutto, in realtà, fosse sempre e costantemente manchevole, costantemente spezzato da tante e troppe cose che, invece, dovrebbero servire a rendere più felice e davvero completa la tua vita.
E invece no: c’è sempre quel qualcosa, quella sorta di macchia che non ti permette di godertela fino in fondo, che non ti permette di giungere al dunque, che non ti permette di essere soddisfatto completamente e fino alla fine. Mancano persone, mancano eventi, mancano occasioni, mancano gioie, mancano stimoli, mancano frasi: manca sempre quel motivo per dire massì, oggi va finalmente tutto bene e a perfezione”.
Certo, magari è un ragionamento utopico, per alcuni anche esagerato, ma vedo io stesso, negli altri, che queste dinamiche ci sono, esistono, sono attive, sono presenti, mentre qui rimane sempre questa sorta di immenso vacuum, questo gigantesco restare sospesi in una dimensione di mezzo, dove non sei ne carne ne pesce, dove non sei niente e nessuno, dove ti manca la voglia, il tempo, l’occasione, la speranza, la spinta, anche se ce la metti tutta, anche se, costantemente, cerchi – disperato – di dare il meglio, di fare tutto quel che ti è possibile ed anche oltre, a costo pure di starci male, ma ti accorgi che pare sempre non bastare mai.
Alla fine è snervante, svilente, illogico, irrazionale, fastidioso: ti verrebbe voglia di buttare tutto all’aria e lasciar perdere la qualsiasi, ma dentro te sai bene che, probabilmente, non servirebbe a nulla se non a farti star peggio. Manca sempre qualcosa, e tutto resta legato a tanti, troppi, puntini di sospensione…