Cosa avrei voluto che fossi e cosa non sarai mai

Cosa avrei voluto che fossi e cosa non sarai mai

Solo ora capisco cosa avrei voluto che fossi, e solamente adesso comprendo cosa non sarai mai, e non so cosa faccia più male col senno di poi…

Solamente adesso capisco che cosa avrei voluto che fossi e cosa, invece, non sarai mai: volevo la casetta con la famiglia felice, con la mogliettina che cucinava pranzi meravigliosi e che si fosse presa cura di me accorgendosi anche solo di un calzino bucato e rammendandolo, stupidaggini così, che mi desse amore e fosse pronta a passare il miglior tempo con me, ma mi rendo conto solamente ora di quanto fumo negli occhi sono stato costretto a vivere sotto forma di falsità ed illusione.

Solamente adesso che è tardi me ne accorgo, solamente adesso comprendo, ma ero fin troppo accecato d’amore per capire in quale cratere sarei caduto, e devo ammettere, purtroppo, anche se fa davvero male, che un addio è stato salvifico per non cadere in guai ancora peggiori che il tempo non avrebbe potuto fare altro che ingigantire.  Eppure, siamo sempre la: si sbaglia sempre in eccesso, e mai in difetto, e lo si fa per troppo amore: in questi quasi tre anni ho visto coppie di ogni tipo, e ho capito che l’amore è, realmente, tutta un’altra cosa rispetto al riempirsi la bocca di promesse fasulle come chi le porta avanti, piene di demagogia, fumo negli occhi, inconcretezza pura, ma mille promesse vaghe maschere del gigantesco vuoto che c’è dietro.

Ho visto di tutto: ho visto coppie amarsi nonostante tutti i difetti dell’altro, ho visto donne amare realmente il proprio uomo nonostante non fosse perfetto – in fondo, chi lo è? – senza mai pretendere che cambiasse, aiutandolo ed essendo presente in ogni suo problema, superando insieme i problemi creati da altri, da parenti, da amici, da tutto il resto, perché la vera essenza della coppia è la coppia stessa, e diecimila volte mi sono sentito ripetere, costantemente, lo stesso mantra, ovvero che “se l’amore è vero non ci sono terze persone che tengano. Se l’amore è vero non viene neppure per un’istante, in mente, di andarsene via, perché l’amore verso l’altra persona è una cosa troppo preziosa per poterla lasciare fuggire o allontanarla volontariamente. Chi ama resta, non se ne va neppure se lo preghi, e resta ad aiutarti, e ti resta accanto, e condivide il suo tempo con te, nonostante le tue imperfezioni, nonostante le sue imperfezioni”.

Non posso dire di provare una qualche forma di rabbia, piuttosto, forse, provo più umana pena, sebbene capisco solamente ora che non ho niente da rimproverarmi, e che sono stato veramente stupido a cadere nel tranello di quel maledetto gioco al massacro messo in atto in quei giorni di dolore, quando, per mascherare quella falsità, quell’incapacità e quell’aridità che ti ritrovi nel cuore, hai preferito iniziare ad addossarmi colpe fasulle, riuscendo a farmi credere che era tutta colpa mia. Fortunatamente, il tempo ha fatto cadere ogni maschera, e non soltanto io mi sono reso conto del diavolo che si nascondeva dietro quell’innocente faccia d’angelo, ma anche le tante persone che, come me, hanno subito il medesimo trattamento, usate da pezza da piede per i tuoi sporchi comodi e buttate via una volta esaurite quella che era per te la tua utilità. In fondo, credo che solamente i meschini scappino senza dire una parola, ma io non ho rancore, non ho alcun tipo di rancore in questo senso: posso, al massimo, ridere di me per quanto cretino sia stato a darti i miei giorni migliori, ma tu hai giocato il tuo gioco e hai mosso le tue pedine – si, perché questo hai sempre creduto di me e di tutti quelli che ti sono intorno, ovvero che tutti noi siamo pedine che tu puoi spostare e disporre come meglio reputi, ma ti sbagli, ti sbagli eccome! – cercando di vincere la battaglia. Quando l’utilità del rapporto si è esaurita è scattata la modalità “pezza da piede”, esattamente come hai fatto con altre decine e decine di persone: sarò, ad ogni modo, gentiluomo fino alla fine, ed eviterò di elencare tutto quel che di buono hai vissuto grazie a questa pezza da piede, visto che tali ci reputi, ed eviterò, sopratutto, di scendere in particolari che farebbero male, probabilmente, più a te che a me, perché prima di pavoneggiarsi e farsi belli, bisognerebbe ricordarsi da quale situazione si proviene, cosa si è vissuto e grazie a chi si è giunti a certi punti. Ma no, non starò qui ne a rinfacciartelo ne tanto meno ad attendermi un grazie che, da simili personaggi, sarebbe solamente un ulteriore tripudio di falsità, tanto una volta di più che vuoi che sia…

Ad ogni modo, mi rimangono, personalmente, delle splendide immagini addosso, dei fantastici momenti vissuti in attimi magici e spettacolari, i più intensi che abbia mai vissuto nella mia vita, e se mi concentro mi pare ancora di sentire l’odore dei fiori d’arancio nei pomeriggi d’estate, o il cielo azzurro del mezzogiorno delle domeniche mattina, così come il rumore della pioggia, le luci della notte, le coperte calde sulle gambe, l’odore della pizza, le voci, le risate, le fragranze della sera che si spargevano nell’aria, e non ti nascondo che, da quel giorno, nulla di tutto questo è stato più uguale, anzi potrei dire che i pomeriggi e la sera sembrano quasi essersi scoloriti, sembrano quasi aver perso del tutto la loro magia. Prima erano incantanti, adesso sono diventate semplici fotocopie sbiadite fatte di consuetudine e routine, “tutto senza allegria…”. Per questo direi che, no, non provo rancore: sono decisamente superiore a certe dinamiche deliranti e tutt’altro che virtuose!

Non so se fa più male rendersene conto adesso, non essersene resi conto allora per troppo amore, tale da accecarti, o se fa più male sapere di aver perso il tempo migliore, rubatoti falsamente e meschinamente, e che nessuno ti ridarà più. Onestamente non lo so, davvero: so per certo che fa rabbia e che è una cosa davvero estremamente svilente, sopratutto perché ti sei fatto fare fesso e sei stato l’unico che, alla fine, ha pagato il prezzo più grande. Perché, ancora una volta, come diceva la cara Loredana Berté, “il più innamorato è sempre quello sfigato”. Che schifo.

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