Damnatio Memoriæ, una pratica che rivive ancora adesso contro chi ha saputo farti del male approfittandosi del tuo cuore puro. Imperdonabile.
Damnatio Memoriæ, perché gli insegnamenti dei nostri avi non sono andati perduti.
Da qualche tempo a questa parte, complice anche tutto il dolore che gente senza scrupoli ha saputo scagliarmi addosso in questi anni, senza nemmeno avere il coraggio delle proprie azioni, ma, al contrario, scappando via e dimostrando di non avere un briciolo di sensibilità per la propria cattiveria, ho compreso che non posso minimamente perdonare chiunque si permetta di giocare con il mio cuore e con i miei sentimenti. Chi si macchia di una simile colpa, per quanto mi riguarda, letteralmente sparisce dalla mia vita: di fatto, applico ciò che i nostri avi definivano Damnatio Memoriæ.
Di questa pratica si hanno notizie già dall’antico Egitto, sebbene venne maggiormente utilizzata durante l’Impero Romano: di fatto, chiunque si macchiasse di una colpa talmente tanto importante da creare scandalo verso la pubblica opinione o lo stesso Governo dell’epoca, non veniva condannato a morte, bensì veniva fisicamente eliminato e cancellato dalla memoria collettiva. E quando dico fisicamente intendo realmente FISICAMENTE: il suo nome veniva distrutto a colpi di martello e scalpello da ogni tavola ed ogni marmo, il suo volto veniva abraso dalle maioliche e dalle pitture. Se ci pensate, è una cosa terribile: l’eliminazione fisica di una persona può, di certo, togliere di mezzo una persona scomoda ma far rimanere il suo ricordo. I nostri avi, invece, che erano un popolo molto intelligente e colto, avevano compreso che l’eliminazione di una persona dalla memoria collettiva era una condanna ancora peggiore, perché se ne eliminava il ricordo e, di fatto, l’esistenza, comprensiva delle malefatte che quella stessa persona aveva combinato.
Ecco: per me, chiunque giochi con i miei sentimenti e con il mio amore, si macchia di un peccato talmente grande da non poter essere perdonato in nessuna maniera. Ecco perché ho imparato a fare Damnatio Memoriæ di tutta quella gente inutile che ha saputo soltanto approfittarsi della purezza e della perfezione dei sentimenti che gli avevo donato. Per me, quella gente non esiste più. Certuni dicono che io sia esagerato. Io, al contrario, dico che è la pena giusta che questa gente deve pagare per essersi permessa di aver sfruttato il mio amore ed i miei sentimenti facendomi del male. Accetto tutto, ma la mia morale mi impedisce di accettare un comportamento così indegno e meschino, tipico di povera gente codarda e senza attributi, destinata solo ed esclusivamente ad un luogo immateriale.
L’oblio.