Sono passati due anni, ed io, onestamente, neppure me ne sono reso conto: due anni da quando ho ricominciato a viaggiare dentro me stesso.
Due anni possono sembrare tantissimi oppure pochissimi, a secondo di come li hai vissuti, di cosa hai fatto, di cosa hai visto, di cosa hai provato, di cosa, sopratutto, hai imparato: io, personalmente, posso dire che di cose ne ho fatte, viste, provate e sentite davvero tante in questo periodo, che mi pare così assurdo sia pari a due anni.
Due anni, che storia: sembrava ieri che iniziavo questo lungo ed intenso cammino personale verso un cambiamento necessario e voluto, verso la voglia di rialzarmi, verso la voglia di coltivare il meglio di me, e mi ritrovo, adesso, a guardare il calendario ed accorgermi che di tempo ne è passato veramente tanto, ed io stesso non riesco, materialmente, a rendermene conto, anche se ci penso, anche se ci rifletto, anche se tento di trovare delle spiegazioni, delle idee, delle congetture.
No, non riesco a trovarne: quello che per certo so è che, per quanto mi riguarda, le cose sono molto cambiate, e di questo ne sono realmente felice, non soltanto perché pare essere opinione condivisa, ed in fondo non devo dare conto e ragione del mio cambiamento a nessuno tranne che a me stesso, considerando che quando si cambia e si diventa migliori lo si fa, principalmente, per noi stessi e non certo per gli altri, ed ho la certezza più che assoluta, come ho detto tante e tante volte, senza nessuna ipocrisia ma con la massima franchezza, anche perché, dopo due anni – beh – credo che posso abbondantemente permettermelo, che siamo stati le persone giuste al momento, semplicemente, sbagliato.
Tante cose andavano riviste, tante cose andavano migliorate, e si sarebbe benissimo potuto farlo, se solo ci fosse stata la pazienza di attendere: no, non sarò ipocrita ma sarò semplicemente realista, e non darò ne adesso e ne mai le colpe al destino e al fato cinico e baro. Le colpe, se di colpe possiamo parlare, sono, semplicemente, di chi ha deciso di mollare la presa ammettendolo con candore. Fine, c’è poco da fare: quel cambiamento che è, poi, effettivamente, avvenuto, sarebbe benissimo potuto accadere senza che tutto questo fosse accaduto, se solo lo si sarebbe voluto davvero, ma così non è stato, perché, evidentemente, non è stata ritenuta una cosa importante.
Sopratutto, nessuno si azzardi a cercare degli alibi per discolparsi: stavolta NO, non lo permetto, e dirò la verità così per come essa è apparsa. Non si può, adesso, dare la colpa agli altri, dire che qualcuno non ha saputo attendere una luminosa speranza, perché se tutto questo è accaduto è accaduto per la precisa scelta di uccidere quel poco che di buono c’era rimasto. E va anche bene così eh: accade tante e tante volte in tante e tante storie, ma non permetterò mai che si vengano a porre degli alibi per giustificare l’ingiustificabile. Questo non accadrà mai, e chiunque può mettersi, sin da ora, il cuore in pace.
Aldilà di tutto questo, comunque, proprio per il principio che siamo stati le persone giuste al momento sbagliato, più e più volte ho riflettuto sul fatto che, forse, adesso sarebbe il reale momento giusto, ma ogni santa volta che ci penso, mi fermo e mi ricordo che io posso parlare del mio cambiamento e della mia scelta di diventare una persona migliore. Un cambiamento che non può e non deve esistere a senso unico, altrimenti diventa una mera perdita di tempo.
Ed io, adesso, non posso permettermelo più.