Il Crocifisso non si tocca

 

Attraverso le pagine del Bar Giomba, ho deciso di lanciare il mio monito contro la rimozione del Crocifisso.

Non posso più stare zitto guardando lo sfacèlo cui andiamo incontro: non può arrivare un "pinco pallo" qualsiasi, alzatosi una mattina, e decidere che da oggi il Crocifisso dev’essere rimosso.
Siamo un Paese estremamente legato alla religione e ai suo simboli: non si possono sovvertire le regole di un paese solo per il fastidio che il "singolo" ha verso un simbolo condiviso e riconosciuto in tutto il mondo. Quell’Uomo morto in croce non è soltanto un pezzo di legno appeso in un’aula: è l’espressione più profonda della fede di tanti Cristiani. Non possiamo cancellarlo in nome dell’"integrazione" e del rispetto verso chi non è credente.

La situazione non va assolutamente presa sottogamba.
C’è gente che è morta per professare la religione, ed è stata uccisa solo perchè considerata idiolàtra, perchè andava contro la religione che veniva imposta. C’è gente che ha dato la vita per quei simboli, che fanno parte della nostra storia, ancor prima che come Italiani, come Cristiani.

Ho deciso che non posso più star zitto e far finta di niente: attraverso queste pagine voglio lanciare il mio monito, ed esprimere il mio più assoluto, fermo, ineluttabile ed irremovibile dissenso verso una scelta scellerata. Il Crocifisso non si tocca: bene fanno i Sindaci che hanno pensato di elevare delle multe a chi oserà togliere questo simbolo dalle aule.

Finiamola con la solita menata del "dobbiamo rispettare chi la pensa diversamente da noi": ci sono miliardi di modi per rispettare chi la pensa diversamente da noi. Possiamo mostrare più simboli religiosi, ma, di certo, nessuno può decidere di rinnegare Dio togliendolo dalle aule: nessuno può permettersi di annullare un simbolo esistente da migliaia di anni. Nessuno può e nessuno deve: le idee del singolo non possono influire sulle scelte di una comunità che ha scelto e condiviso un simbolo che è molto di più di un "simbolo e basta".
Si può essere liberi di non credere, ma tutti noi possiamo essere liberi di credere: se è vero che nessuno può imporre le idee in cui credere, è vero che nessuno può imporre la rimozione di un simbolo solo perchè "offende la sensibilità di chi non crede".

Penso, senza mezzi termini, che siamo di fronte a un vero scempio: sono una persona credente e, personalmente, vedo in un crocifisso molto di più di un simbolo. Ci vedo la storia di chi è stato ucciso per professare la sua religione, ci vedo la storia di secoli di guerre, di gente uccisa per la sola colpa di credere in Dio. I Cristiani non hanno mai ucciso, a parte quei rari casi che la storia ci racconta, in nome della religione: lo stesso Dio è morto sulla croce, ucciso a sua volta, per salvare e salvarci.

Nessuno deve permettersi di mancare di rispetto a ciò che quel simbolo rappresenta. Si può essere liberi di non credere, ma sono convinto che Dio c’è. E di certo non resta a guardare.

24 Commenti

  1. Ben detto, Giomba! Facciamo capire a tutti che siamo pronti a rispettare le religioni altrui ma non tolleriamo il vuoto spirituale che verrebbe riempito inevitabilmente con degli idoli materiali. Facciamolo in nome di quel Gesù che è stato ed è tuttora il simbolo vivente della pace, della tolleranza e dell’amore reciproco tra i popoli. giù le mani dal Crocifisso. con simpatia Albix

  2. Che scempio si, in quel crocifisso c’è tutta una storia. La storia di mediorientali venuti qui in Italia a riunirsi a pregare di nascosto un altra religione, di un popolo che si ribella e mette in croce questi invasori, li brucia e li da in pasto ai leoni. C’è la storia del nostro paese, c’è la storia di Giove e tutte le sue divinità pagane dimenticate.

    E’ una storia che arriva da lontano e che abbiamo fatto nostra come se fosse nostra da sempre. Ce l’hanno portata e non l’abbiamo nemmeno saputa ascoltare, e quanti ne son dovuti morire per la nostra intolleranza per convincerci delle cose in cui adesso tu credi?

    Ripartiamo da capo con l’intolleranza, compriamo dei leoni e mandiamo degli altri mediorientali al martirio. La storia deve ancora scriversi.

    Erano nel giusto anche gli antichi Romani, e guarda qui… Hanno dovuto accettare.

    Son Cristiano non praticante, ma se mi stacco e guardo alla storia non so che pensare, so solo che vedo fanatismo in entrambi gli schieramenti.

  3. Usando un termine preso a prestito dalla Sociologia , non esiste certo una “One Best Way” nella maniera di concepire la religione . Non c’è un modello di comportamento “oggettivo” cui conformarsi . Di certo , c’è però la storia e le riflessioni che quest’ultima ci può spingere a realizzare …

  4. non mi scomporrei..

    arriva gheddafi e fa propaganda coranica regalando il corano a 200 ragazze.. e glielo permettiamo col sorriso..

    però bisogna togliere il crocifisso perchè non è giusto riguardo alle altre fedi..

    qui il ragionamento fa acqua da tutte le parti—

  5. hai detto giusto,sono daccordo asu ciò che hai scritto.Se noi andiamo nei loro paesi non possiamo neanche girare a testa scoperta e quegli ipocriti che si convertono all’islam (padronissimi di farlo)però devono sapere che le nostre tradizioni,credenti e no vanno rispettate tanto più che il crocefisso rappresenta la storia e non solo d’Italia ciao Ida

  6. non sono assolutamente d’accordo. la scuola non è un luogo di culto. la scuola ha il dovere di accogliere chiunque di qualsiasi razza o religione soprattutto oggi in una società multietnica. chi vuole professare la propria religione lo fa fuori dalla scuola o dagli istituti pubblici negli appositi luoghi di culto. il vero cristiano, come credo lei sia, non ha bisogno di un crocefisso in classe per ricordarsi di esserlo.

  7. Il problema è un’altro : se siamo cristiani e non dobbiamo ricordarcene solo guardando il crocifisso , è anche vero che chi non è credente non dovrebbe avere nessun fastidio dal crocifisso dal momento che , appunto , per lui non significa niente ! O no ?

  8. il suo è un ragionamento assolutamente capzioso ed inutile. qui si parla, se ci siamo intesi, di considerare le aule di una scuola NON luoghi di culto. chi vuole adorare il Signore o chicchessia ha facoltà e diritto di andare a farlo nei rispettivi luoghi deputati.

  9. un governo come questo asservito alla chiesa ed al vaticano per motivi puramente di consenso elettorale non poteva comportarsi diversamente.come ai tempi dell’englaro, quando cavalcò il caso per lo stesso motivo.

  10. giomba ce ne fossero di persone come te in quest’Italia sfasciata e senza più ritegno, piena di gentaccia senza scrupoli e vergogna! te sei il fidanzato ideale che ogni mamma vorrebbe per la propria figlia, lo si capisce da come e cosa scrivi. bravo, ragazzo continua così!

  11. capisco che per annetta tu potresti essere “santo subito” ma francamente il tuo post non mi piace. non mi piace il contenuto, e neppure il tono da nuova crociata col quale il contenuto è esposto. non bisogna farsi guidare dall’emozione, come mi sembra tu faccia, ma dal raziocinio. fermo restando che nessuno mette in forse il credo cristiano nè la fede di quanti quel credo professano, il problema è un altro: oggi la società non è pù quella di 100 anni fa. oggi la società è multiculturalismo, in questa dimensione bisogna rispettare chi è cristiano ma anche chi non lo è, professando altra fede. allora si vada a pregare il proprio dio nelle chiese o nei luoghi preposti, con pace e serenità di tutti, lasciamo le scuole e gli uffici pubblici senza crocefisso: dio sa riconoscere il buon cristiano anche se toglie il crocefisso dal muro dell’aula o dell’ufficio, la fede vera è quella che si ha dentro non quella esteriore.

  12. Ciao Ettore .

    La domanda che mi/vi faccio è una : ma se il Crocifisso , per i non credenti o per chi decide di non credere non conta nulla , che fastidio da lasciarlo li ?

    A me non darebbe nessun fastidio un simbolo di una religione diversa dalla mia : quindi mi chiedo , perchè dobbiamo toglierlo ? Per fare piacere a chi ?

    Si moltiplicano le notizie di comuni che impongono che il crocifisso rimanga dov’è , innalzando multe a chi contravviene . E , onestamente , direi che la cosa non mi dispiace !

    Se poi , per qualcuno , questo significa essere “bigotti” … Lo pensi pure ;-)

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