Io non ho paura del cambiamento ne delle sfide. Anzi, ho imparato a non averne più.
Io non ho paura del cambiamento ne delle sfide. Anzi, ho imparato a non averne più.
Fino a qualche anno fa avevo una vita che potrei definire realizzata, normale: avevo una ragazza, avevo un lavoro stabile, sempre quello, con le sue routine, e la vita scorreva pressoché uguale. Poi ho deciso, più o meno volontariamente, che era tempo di cambiare e rimettermi in gioco: una bella mattina mi sono alzato, mi sono guardato allo specchio ed ho capito che dovevo cambiare, non solo per dare una sonora “sberla morale” a troppe persone che hanno usato la loro bocca a sproposito e continuano ancora a farlo, ma quanto PER ME, perché IO volevo sfidare me stesso.
Ho buttato giù tutto e sono ripartito non da zero, perché sarebbe ingiusto dirlo, ma ho fatto pulizia: ho abbandonato lavoro, amici (qualcuno è rimasto perché si è rivelato degno di restare nella mia vita, mentre il resto si sono fatti fuori da soli!), routine, amore e ho cominciato a lavorare su me stesso: ho proseguito i miei studi, mi sono specializzato, sono andato a vivere da solo, ho iniziato a rapportarmi con un lavoro che potevo regolarmi a mia misura, ho iniziato a costruirmi la mia credibilità ed il mio spazio, ho cercato di costruirmi il mio mondo a mia misura, ho conosciuto gente, persone, provato emozioni, litigato, escluso dalla mia vita persone indegne ed immeritevoli e fatte entrare nella mia vita tanta altra gente che poteva arricchirmi ed offrirmi qualcosa.
Mancano ancora diversi pezzi nella mia vita, ma ho ancora le spalle bruciate, e, onestamente, piuttosto che vivere di contentini o di fantasia, di delirio e convinzione, preferisco aspettare, forse soffrire se è il caso, ma aspetto di trovare una degna persona che sappia amarmi per come sono, senza bisogno di volermi cambiare per forza, per disegnarmi a sua immagine e somiglianza. Possibilmente, spero che non sia uno dei tanti casi umani che ho incontrato e con cui ho avuto a che fare. Tutti, nessuno escluso.
Mi sono rimesso in gioco diecimila volte nella mia vita: ho perso occasioni ed altre le ho accantonate volontariamente, ho allontanato falsi amici e trovato persone ben più valide. Figurarsi se mi fa paura rimettermi in gioco ancora una volta ed affrontare nuove sfide: ne ho viste e sentite così tante che sono ben altre le cose di cui avere paura.
Quando sei passato in mezzo al dolore, alla sofferenza, alla cattiveria, a gente senza scrupoli, a giornate in cui pregavi soltanto che arrivasse la sera per andartene a dormire e far passare un altro giorno, a pomeriggi interi affacciato alla finestra sperando di vedere anche solo un volto, quando sei passato in mezzo a lacrime e ad amici che hanno dovuto sopportarmi per mesi, e quando mi accorgo che sono ancora qua a poterlo raccontare, sinceramente mi rendo conto che sono altre le cose per cui aver paura. Arrivi ad un punto preciso, insomma, in cui non vedi altro che il tuo stesso obiettivo.
Una mia “amica” – o almeno quella che credevo tale, visto che mi ha rimosso qualche giorno fa (e visto che io non ho perso tempo a fare altrettanto bloccandola ovunque: se non ha perso tempo a togliermi di mezzo, è evidente che non ero importante per lei, e non ho bisogno di portarmi appresso zavorre inutili – IO NON PREGO NESSUNO DI RESTARE, non più, ricordatevelo…) – mi disse, una sera, al telefono, che
Per guarire dal dolore bisogna passarci in mezzo e versare fino all’ultima lacrima che si ha.
Tra tante cose storte, posso solamente dire che non aveva affatto torto: ho sofferto, ho sofferto enormemente, ma posso anche dire – adesso – che è servito, forse anche a scansarmi da guai più grossi. Sopratutto, è servito a crescere, ad avere un bagaglio personale di esperienze che mi han permesso di capire ancora meglio le cose del mondo, di come gira, di quanto schifo facciano – a volte – le persone che lo abitano, ma che, in fondo, non fanno neppure tutte così tanto schifo.
Ho imparato l’arte del perdono “non tanto perché essi lo meritino, ma perchè IO lo merito”, e vi assicuro che è estremamente difficile perdonare cose di una gravità inaudita, ingiurie, azioni, e tanto altro. Rivangare non serve a nessuno: serve soltanto rimanere motivati e aver voglia di mettersi in gioco affrontando qualsiasi sfida, anche cercandola se è il caso!
Io sono pronto a qualsiasi nuova sfida lavorativa mi si voglia porre davanti, e non è detto che sia io stesso ad affrontarne una a breve: ho bisogno di rinnovarmi, ho bisogno di sentire emozioni nuove, ho bisogno di conoscere nuova gente e avere nuovi stimoli, imparando nuovi modi di lavorare, nuovi metodi di “problem solving”, nuove capacità di far fronte a problemi mai affrontati fino a questo momento. Ho bisogno di crescere, ancora, professionalmente, ma ho bisogno di sentirmi motivato e riconosciuto, valorizzato e pronto a dare ancora di più: voglio mettermi in gioco, voglio sfidare il destino, voglio vedere cosa succede andando oltre la routine sicura ma stancante!
Mi sono rimesso in gioco tante volte, e sempre sono cresciuto un po di più. Voglio provarci ancora!