Italia in chiave femminile: le donne del “Bel Paese” vivono più degli uomini ma assumono più medicinali. Scopriamo i dettagli.
Italia patria delle donne: stando alla recente inchiesta dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di Farmindustria, infatti, le donne vivono più degli uomini italiani, ma sono maggiormente sedentarie e consumano più farmaci, oltre ad essere meno in sovrappeso. Da notare, tuttavia, come la prima causa di morte femminile, in Italia, siano le malattie cerebrovascolari ed ischemiche.
Secondo la ricerca, nello specifico, il 67,5% di donne italiane usa farmaci rispetto al 58,9% degli uomini, mentre, di contro, il 14,8% delle donne fuma rispetto al 24,5% degli uomini. Inoltre, l’8,2% delle donne consuma alcool in maniera elevata contro il triplo della componente maschile, e solo il 10,3% fa sport, mentre il 44,3% delle donne è assolutamente sedentaria.
I fautori dello studio commentano:
La nostra è una sfida intrapresa con idee e con slancio, convinti che si possa dare un contributo per modificare l’impostazione androcentrica della medicina. Il volume rinnova il nostro impegno volto a rendere l’approccio di genere uno strumento di programmazione sanitaria.
Insomma: le donne cercano di vivere in maniera migliore e più sana rispetto agli uomini, e sembrano riuscirci: in media, infatti, le donne Italiche vivono 85 anni contro gli 80,3 anni degli uomini, ma tali dati, come si è visto, vengono bilanciati da un maggior uso di medicinali e una maggiore sedentarietà, che, ad onor del vero, sono, si, un problema maggiormente sentito e presente tra le donne, ma che riguarda, comunque, entrambi i sessi.
Va inoltre considerato che lo studio ha dedicato uno spazio anche alle condizioni del Welfare femminile, fotografando una realtà affatto semplice per le donne, costrette, ancora oggi, a peggiori condizioni lavorative rispetto agli uomini, con conseguenze dirette sullo stress, e, di conseguenza, sulla salute!
Insomma: cambiano tante cose, si snocciolano tanti dati… Ma la donna resta sempre e maledettamente “un passo indietro” rispetto agli uomini. E ciò, a fine 2016, in un Paese che si definisce “Civile”, non è assolutamente giustificabile!