L’invisibile sofferenza degli altri, dentro quel brutto vizio di giudicare senza mai conoscere la storia ed il vissuto della gente: gli altri, però, siamo anche noi!
L’invisibile sofferenza degli altri, alla luce del nostro vivere senza mai comprendere chi ci sta intorno…
Giudicare gli altri senza conoscere le loro storie, il loro passato, il loro vissuto, le loro sofferenze, è roba fin troppo facile, oltre che estremamente superficiale: eppure, le persone intorno a noi hanno storie, hanno un vissuto, hanno un passato che noi non conosciamo. Già questo, di per sé, dovrebbe farci riflettere su quanto sia errato giudicare le persone senza conoscere il loro vissuto: nessuno dovrebbe permettersi di giudicare gli altri non conoscendo ciò che ha spinto quelle determinate persone a comportarsi in un determinato modo, ciò che ha plasmato il loro carattere, le loro paure, le loro sofferenze…
Nessuno di noi, insomma, dovrebbe essere autorizzato a dire parole – nella maggior parte dei casi decisamente di troppo – sulle vite altrui, anche perché, spesso, la gente dimentica una cosa fondamentale: quelli che noi definiamo “altri”, in realtà, siamo anche noi, perché noi stessi, a nostra volta, siamo “gli altri”, quegli stessi “altri” che hanno un proprio passato, una propria storia, un proprio vissuto, varie esperienze di dolore, di sofferenza, di abbandono, e che, quindi, possono provare la stessa esperienza di giudizio da parte degli altri nella maniera quanto più superficiale possibile. Dovremmo riflettere di più prima di puntare il dito contro le persone, prima di giudicarle senza conoscerle: nessuno può davvero giudicare una persona se non conosce il suo passato, la sua esperienza, le sue sofferenze. E dovremmo rifletterci particolarmente se immaginiamo che lo stesso trattamento, un bel giorno, potrebbe toccare anche a noi, quando ci ergiamo a entità supreme in grado di sparare i giudizi gratuiti, affrettati, e superficiali: a noi piacerebbe? Certo che no. Per quale motivo, quindi, agli altri dovrebbe piacere un simile trattamento? Che senso ha? Naturalmente nessuno!
Gli “altri” siamo anche noi. Cerchiamo di non dimenticarlo!