La delusione e la sconfitta del dover rinunciare

La delusione e la sconfitta del dover rinunciare

La delusione e la sconfitta del dover rinunciare: fa male, ed effettivamente è un vero spreco, ma a cosa vale continuare a soffrire?

La delusione e la sconfitta del dover rinunciare: ma a te, chi pensa?

Certuni vedono una rinuncia come una sconfitta, e a ben pensare lo è: rinunciare a qualcosa che si è cercato di costruire con tanto affetto e sacrificio, purtroppo, non è bello e non è affatto piacevole, ma, a causa delle incredibili ed inaspettate dinamiche della vita, purtroppo, diventa talvolta necessario, specialmente quando entra in gioco la sofferenza e la mancanza di rispetto verso i nostri sentimenti. Sono sempre stato una persona che ha cercato di salvare: salvare i rapporti comprendendo che non si deve distruggere ma cercare di unire, unire insieme, unire attraverso uno sforzo reciproco, attraverso la comprensione, attraverso la voglia di camminare lungo lo stesso binario e venirsi incontro. Purtroppo, però, mi rendo conto che quando sei da solo a voler costruire, quando sei da solo a volere unire, quando sei da solo a credere nei rapporti, siano essi di amicizia, d’amore, o di qualsiasi altra natura, c’è molto poco che tu possa realmente fare. Ad un certo e preciso momento, ti rendi conto che rinunciare diventa più produttivo che restare. Lo ripeto: per me i rapporti vanno sempre salvati, ma, al netto di situazioni estreme in cui la divisione di due persone equivale a salvarsi (ovviamente sto parlando di situazioni, appunto, estreme!), ritengo che l’amore sia qualcosa di talmente importante da non potere mai essere ucciso, al pari dell’amicizia, al pari di ciò che ci fa davvero stare bene e che ha una valenza importante e superiore. Ma tutti questi meravigliosi discorsi diventano completamente inutili se ad amare, se a voler bene, se a costruire sei da solo: la regola aurea ci impone di restare solo dove c’è reale reciprocità, perché volersi incaponire a portare avanti un qualsiasi rapporto che non sia reciproco equivale alla consapevolezza del voler soffrire. E nessuna persona sana di mente porterebbe avanti un qualsiasi rapporto solo per la voglia di soffrire! I sentimenti stessi non lo possono giustificare: in fondo, credo sia una contraddizione in termini. Se è amore vero, allora c’è il rispetto. Se è amore vero, allora non c’è sofferenza.
Se è amore vero, allora non sei da solo. E se lo sei, pur essendo in coppia, ci stiamo soltanto prendendo in giro.

Ed io, sinceramente, non ne ho affatto bisogno.

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