La GiombOpinione - La chiusura di Splinder: fine di un'era

Non potevo inaugurare la nuova rubrica della GiombOpinione senza parlare della chiusura di Splinder che, volente o dolente, segna la fine di un’era per i Blogger!

Riflettevo, giusto qualche giorno fa,
su come siano cambiati i tempi per noi Blogger: in fondo, non è neppure passato tanto da quando ci apprestavamo, per la prima volta, a pubblicare su di un Blog.

Eppure, cambiano i tempi e le tecnologie: quando ho cominciato io, ad esempio, nel lontano 2004, il Blog era ancora qualcosa di indefinito. Era un mezzo dalle virtù indescrivibili, ma ancora poco conosciuto: una sorta di bomba dal potenziale enorme ma quasi totalmente ignota.

Le piattaforme Blog, all’epoca, erano ancora poche, e le poche, pionieristiche, che esistevano, puntavano tutto sulla novità: una di queste, tra le più all’avanguardia, era proprio Splinder.

Cos’aveva di più rispetto alle altre? Anzitutto, il fatto di poter creare un Blog, ma di farlo in maniera quasi simile ad un sito Web: non a caso, la “descrizione base” dei Blog che venivano aperti su Splinder era:

Questo è il mio blog su Splinder. Blog: un web log. Un Sito web a meta strada tra un diario e un personal magazine!

Splinder, infatti, offriva opzioni di customizzazione avanzate, che altri non riuscivano, ancora, ad offrire: potevi crearti un template da zero e, addirittura, potevi fare modifiche all’HTML del Blog stesso!

Cose assolutamente fuori da ogni schema logico per coloro che, ancora, non avevano capito l’importanza del Blog: Splinder, in questo, aveva visto molto avanti.

Effettivamente, la piattaforma crebbe ad un ritmo assolutamente esplosivo, tant’è che molti VIP aprivano un Blog su Splinder: ricordo, ad esempio, Platinette.

Avere un Blog su Splinder faceva tendenza: eri quasi considerato un “Blogger Top”, un “Megaprofessionista” se avevi il blog su Splinder, la piattaforma dei VIP, quella professionale, quella che ti permetteva di fare duemila cose!

Ricordo i template sparaflashosi, che facevano restare tutti a bocca aperta (o, a seconda dei casi, lasciavano con l’amaro in bocca se si aveva un Blog hostato su qualche provider primordiale che ancora offriva i template base, magari di un orrido rosa confetto! N.D.Giomba :mrgreen: )

Proprio sull’onda di ciò, altre piattaforme cominciarono a seguire il “Modello Splinder”: mi viene da pensare ad IoBloggo, che offriva praticamente gli stessi servizi di Splinder ma, forse, con qualcosina in più: ricordo che anche li diversi VIP aprirono un Blog.

Tuttavia, alla resa dei conti, i due servizi si somigliavano moltissimo. Splinder, però, non c’è più: IoBloggo c’è ancora.

A questo punto, è chiaro che qualcosa non abbia funzionato. Si, ma cosa?

Qualcuno me lo chiedeva, qualche giorno fa, dall’alto “della mia esperienza” (mi sto sentendo anziano, sappiatelo! – N.D.Giomba :-D ) : la colpa del “crollo” di Splinder è stato, secondo il mio modo di vedere le cose, e secondo il mio “vissuto professionale“, il non aver saputo offrire innovazione.

Prendiamo IoBloggo, di cui parlavamo sopra: la piattaforma è riuscita ad andare avanti offrendo nuove funzionalità, nuove grafiche, coinvolgendo gli utenti. Tutte cose che, in Splinder, sono mancate.

Se è vero che Splinder offriva un sacco di cose che, nel 2005, erano più del massimo, rappresentando l’ambito sogno di tutti coloro che volevano fare “seriamente” la professione del Blogger, è pur vero che quelle innovazioni sono rimaste tali fino ad oggi: non è cambiato praticamente nulla rispetto al 2005, ed è evidente che quel che poteva andare bene 7/8 anni fa, di certo non va più bene oggi.

Splinder, in buona sostanza, non ha saputo “regggere il passo” alla modernità e alle sempre maggiori richieste degli utenti: molti di loro, infatti, si sono sentiti, a loro dire, “abbandonati” da Splinder stesso.

Sarebbe bastato anche solo fare quattro calcoli, per mantenere viva e, anzi, dare nuovo lustro alla piattaforma: sarebbe bastato anche usare soluzioni gratuite.

Ad esempio, WordPress è ormai lo standard per i Blog: è una soluzione totalmente gratuita che Splinder avrebbe potuto benissimo adottare, per rimanere concorrenziale e dare una “spolverata” alla sua piattaforma!

Ovviamente, chiedersi perchè ciò non sia accaduto è come piangere sul latte versato: Splinder, nel 2006, fu acquisita da Dada e, forse, anche ciò ha contribuito al suo lento declino.

E’ normale che quando si viene “acquisiti” da una grande società, si diventa “parte attiva” della società stessa: se le cose vanno bene, vanno bene per tutti, ma se la barca affonda, affonda per tutti!

Splinder, con tutta probabilità, ha pianto anche le colpe della crisi che ha colpito Dada negli ultimi mesi, tra ulteriori acquisizioni e cessioni: a tutto questo, aggiungiamo la crisi di questi ultimi anni, che non ha perdonato davvero nessuno sul Web. Chi non è riuscito ad essere concorrenziale, come Splinder in questo caso, ha visto abbattere, su di se, senza alcuna pietà, la mannaia del fallimento.

Fallimento che poteva essere previsto, analizzando anche i dati di traffico di Splinder stesso: nel 2006, quando Splinder fu acquisita da Dada, contava 220.000 Blog attivi, 5.200.000 visitatori e 35 Milioni di Pagine Viste al mese. Nel 2011, le Pagine Viste sono diventate 16 Milioni: meno di metà in cinque anni. E’ ovvio che qualcosa non va!

Con questo non voglio dire che chi di dovere non abbia fatto i dovuti calcoli, anzi: sicuramente, la situazione è stata più volte vagliata, ma piange il cuore nel veder chiudere una piattaforma che ha fatto la storia dei Blog in Italia!

Qualcosa, forse, è ancora possibile: basterebbe aumentare i banner all’interno della piattaforma per migliorare la situazione. Ma, alla fine, restano solo parole: castelli campàti in aria che, con tutta probabilità, non interessano alle Major che, giustamente, devono curare i propri affari.

E così si chiude il capitolo di Splinder, con una tragico finale che nessuno avrebbe mai voluto scrivere: la piattaforma, alla chiusura, pare verrà trasformata in sito per lo scambio di suonerie ed applicazioni, con gli utenti che se ne vanno verso altri lidi, sperando di poter salvare il salvabile, preferibilmente TUTTO, dei loro scritti che, quasi sempre, rappresentano veri e propri “pezzi” di vita che non devono assolutamente andare perduti.

Ciò, di conseguenza, scatena un ulteriore meccanismo: gli Hosting più  furbi/aggiornati (ed agguerriti), fanno di tutto per accaparrarsi una importante “fetta” di utenza totalmente allo sbaraglio e senza “casa”, garantendo, agli utenti rimasti senza Blog, la possibilità di importare tutto sui loro server.

Come dicevo prima, tutto ciò si sarebbe potuto evitare: se chi di dovere avesse pensato prima ad aggiornare i sistemi a WordPress, abbandonando l’obsoleta piattaforma in uso, ora Splinder non sarebbe vittima di WordPress stesso!

Gli hosting che montano WordPress, infatti, possono tranquillamente importare i blog Splinder su WordPress senza perdere nulla.

AlterVista, ad esempio, è stata tra le prime ad offrire questo servizio: chi ha un Blog WordPress e, quindi, cerca un buon hosting presso cui “migrare” tutti i suoi contenuti, può tranquillamente dare un’occhiata all’offerta gratuita di AlterVista stesso. Chi fosse interessato, dia un’occhiata QUI.

La concorrenza, insomma, non sta a guardare: Splinder, quindi, chiuderà presto i suoi battenti, tramutandosi in sito per lo scambio di suonerie, con buona pace di tutti i suoi utenti (ma anche no) .

Una cosa, però, è certa: forse, un piccolo, misero, sforzo in più per mantenere la piattaforma lo si potrebbe anche fare: basterebbe anche solo chiedere agli utenti un canone mensile minimo, tipo 5 Euro, 10 Euro: i conti sarebbero risanati, insieme alle maggiori pubblicità, e la piattaforma potrebbe approfittare della “brutta esperienza” per farne tesoro… Sempre che qualcuno ascolti!

4 Commenti

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