La mia generazione triste

La mia generazione triste

La mia generazione triste, dentro quel vuoto di cui nessuno sembra accorgersi, ma che rimane negli occhi dei giovani senza futuro…

La mia generazione triste, e i pensieri di tutto questo dolore…

Fa male rendersi conto di come la mia sia una generazione triste, che soffre in silenzio a tal punto da esserne assuefatta, da non riconoscere più cosa sia la sofferenza ed accettarla in maniera statica, senza neppure aver più la forza di reagire, di cambiare le cose, di guardare oltre. Siamo una generazione triste, che trasmette il suo dolore nelle storie di Instagram e negli stati di WhatsApp, che piange guardando la finestra consapevole che nessuno se ne accorge, che ascolta la musica e ripete le parole ma dentro si sente esplodere e distruggere. Siamo quella generazione che vorrebbe soltanto essere capita, e che ha paura di non avere un futuro, perché sa che non vedrà pensione e stabilità come ai tempi dei nostri genitori, quando avevi due stipendi, stavi bene e guadagnavi alla grande, tanto da poterti permettere una casa grande ed un’auto nuova. Siamo quelle persone che vorrebbero solamente trovare stabilità nei sentimenti, ma spesso gettano via gli amori veri solo per paura di viverli. Una generazione di imbambolati che, se va bene, hanno una famiglia ricca, possidente, con i contatti giusti e pronta a raccomandarti, e farti trovare il lavoro senza nessuna fatica, perché “mammà” è “amica di” e ha i contatti e il proverbiale “calcio in culo”, ma se va male, è una generazione fatta di famiglie modeste che non possono aiutarti, che fanno quello che possono. E la mia generazione, se nessuno può aiutarla, si perde. Resta per ore su un letto a scrollare TikTok, a rincretinirsi davanti a un cellulare mentre fuori è primavera, e spesse volte non studia, non lavora, non reagisce. Li chiamano “Neet”. Se, invece, cerca di rialzarsi, va a perdere la sua vita in un cazzo di call center, sottopagati, sfruttati e nemmeno messi in regola per 400 fottute Euro al mese. Una generazione di precari, di contratti CO. CO. CO. di imprenditori che non rischiano e che, se vuoi lavorare, ti chiedono di aprirti una Partita IVA, così l’onere è tuo.

È una generazione triste la mia. E l’indifferenza, lentamente, ci sta uccidendo.

Scrivi un commento

SEGUIMI ORA SU INSTAGRAM: Scopri i reel, le dirette e tantissimi contenuti esclusivi! CLICCA QUI!