La motivazione del cambiamento è quella che ti spinge a cambiare quelle cose che ti fanno soffrire e ti rendono infelice. Ma è davvero così semplice? Parliamone…
La motivazione del cambiamento è quella che ti spinge a cambiare le cose che non vanno e ti fanno soffrire. In teoria dovrebbe essere così, ma è davvero così semplice?
No: non è affatto semplice. Desiderare un cambiamento, infatti, è solo il primo passo verso la realizzazione del cambiamento stesso: non è, però, così semplice raggiungere i risultati sperati, e nella maggior parte dei casi si fallisce. Non c’è nulla di errato: è un processo che fa esattamente parte di quella particolare spinta al cambiamento che, prima o poi, esplode in un mix di rabbia e frustrazione che ti spinge a cambiare forzatamente tutto ciò che non va, tutto ciò che ti fa soffrire.
È importante ribadire che non è affatto semplice: certo, sicuramente sperare, sicuramente desiderare un cambiamento è già una spinta importante per ciò che si desidera, ma, d’altro canto, il raggiungimento di un determinato obiettivo non può assolutamente trasformarsi in “ansia perenne” alla disperata e continua ricerca di quel preciso risultato. Ad un certo punto, insomma, dobbiamo dare “tempo al tempo”, e far sì che le cose accadono quando è il momento giusto di farle accadere. Comprendo come non sia affatto semplice, comprendo come sia davvero frustrante e deludente, ma è impossibile pensare che il raggiungimento di un obiettivo debba trasformarsi in un ansia tale da distruggerci la vita di ogni giorno. Non soltanto non è corretto per noi stessi, ma è semplicemente deleterio: continuiamo, quindi, a sperare il cambiamento, a fare di tutto per metterlo in atto.
E se non dovessimo riuscire immediatamente nel nostro intento, diamoci tempo: non c’è niente di errato in tutto ciò. Le grandi imprese hanno bisogno di tempo, pazienza e costanza. Non dimentichiamolo!