La psicologia dell'allievo

“Allievo” non è solo un ragazzo, un uomo, una ragazza, una donna, con penne e blocco per prendere appunti. Dietro quel nome c’è molto di più.

Le storie che si nascondono dietro i loro occhi, dietro le parole, la calligrafia, sono infinite: considerare un allievo semplicemente tale è riduttivo.

C’è molto di più: ci sono emozioni, c’è un mondo che ti si ritorce contro nei problemi tipici dell’adolescenza, quando tutto prende una piega diversa, inaspettata, quando capisci che il mondo è molto di più rispetto a ciò che hai immaginato o vissuto fino a quel momento.

L’allievo non è un’automa senz’anima: spesso ha bisogno di parlare, di essere ascoltato. E’ importante, a volte, dar loro il modo di esprimersi, di raccontarsi: ci sono volte, infatti, in cui la lezione può tranquillamente fermarsi in cambio di uno scambio reciproco di sensazioni, di emozioni. E’ giusto, alle volte, fermarsi, raccontarsi, e sopratutto ascoltare: ascoltare le emozioni, le sensazioni, le speranze, le storie di questi ragazzi, che spesso vogliono soltanto avere il modo di guardarsi, di scoprire le proprie emozioni, di confrontarle con i loro coetanei.

Ci sono volte in cui lo stesso docente capisce che è giunto il momento di fermarsi: è bene ricordarlo sempre. E’ inutile continuare “ad oltranza” con lezioni soporifere, con il solo risultato di ritrovarsi di fronte ad occhi che viaggiano nell’iperuranio, sbadigli e distrazione. Il docente stesso dev’essere capace di rendere sempre viva la lezione, di non scnedere sotto la soglia della distrazione.

Si fa presto a dare la colpa ai ragazzi se si distraggono: raramente si pensa, o si ammette, che sono proprio i docenti a creare lo status di distrazione: scambiare quattro parole che vadano oltre gli argomenti della lezione stessa, parlare, capirsi, raccontarsi, non può far altro che bene!

E’ importante non dimenticare mai l’anima di ogni singolo allievo, il suo vissuto, la sua storia, e ciò che lo ha portato ad intraprendere quel determinato percorso. Bisogna ammetterlo, purtroppo: non tutti se ne ricordano…

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