La solitudine resta ancora un male invisibile, abilmente ignorato da troppe persone che preferiscono voltarsi dall’altra parte…
La solitudine resta ancora un male invisibile, e mi chiedo perché sia così…
Continuo a rendermi conto di come la solitudine, nonostante sia un sentimento realmente evidente, realmente visibile attraverso la sofferenza di chi ne sente addosso tutti gli effetti nefasti, continui a restare una sorta di “male invisibile”, quasi come se alla gente facesse più comodo voltarsi dall’altra parte che guardare in faccia una realtà scomoda e che fa male. Mi ha fatto molto riflettere qualcosa che è accaduto qualche giorno fa, quando, sui social, una ragazza faceva un appello alla “ricerca di persone serie per creare amicizie”: se da un lato ho trovato sicuramente originale pensare che il social possa essere utilizzato come vettore, appunto, per creare nuovi rapporti e conoscere nuova gente (non dimenticando mai che, nell’idea originale è fondante, i social nascevano proprio per questo!), dall’altro l’ho trovato estremamente triste e significativo. La solitudine continua ad essere un vero e proprio dramma che le persone preferiscono ignorare, probabilmente perché è abbastanza scomodo anche soltanto da affrontare come argomento: verosimilmente, immagino che le persone stiano ben lontane dall’argomento della solitudine per non sentire addosso la “responsabilità morale” dell’aiutare le persone sole e che soffrono del vuoto che hanno intorno. È una dinamica che ricorre spesso, e che ho notato più volte negli altri, verosimilmente perché anche io, in passato, ho vissuto quelle medesime sensazioni, e vi posso assicurare che non sono per niente piacevoli. La solitudine non la puoi descrivere, perché è l’insieme di tanti dolori uniti a creare una sola ed unica sofferenza, il risultato di tante sofferenze più piccole che, lentamente, giorno dopo giorno, finiscono con il distruggerti totalmente, Specialmente se non sei forte abbastanza da saper reagire e da saper bastare a te stesso. In fondo, nella vita passeremo più tempo da soli che effettivamente in compagnia di qualcuno: per questo motivo – ed io l’ho imparato, pesantemente, a mie spese! – dobbiamo imparare a far sempre più leva su noi stessi e sulla compagnia che possiamo darci. Questo non significa – badate bene – isolarsi dal resto del mondo, ma soltanto imparare a non dipendere dagli altri e dalla necessaria presenza di qualsiasi altra persona. In certe giornate saremo da soli a combattere contro tutto quello che ci circonda, e, nonostante tutto, dovremmo trovare il coraggio di essere forti e rialzarci, per lottare e superare i momenti difficili e della prova.
Non è semplice, è vero, ma si può imparare. Anzi, SI DEVE!