
Figuraccia internazionale dei dipendenti pubblici siciliani: “Le Figaro” bacchetta duramente la Regione e i suoi dipendenti, accusati di guadagnare stipendi record alla “facciazza” della crisi che incombe sulle casse dell’isola.
Si apre così la prima pagina del quotidiano francese, con la forte accusa nei confronti di Raffaele Lombardo: “per sua fortuna, la Sicilia, regione a statuto autonomo, non deve rendere conti a Roma“.
Se non bastasse, il quotidiano rincara la dose parlando di “stipendi record, boom degli effettivi, balletto di dirigenti a spese del contribuente” e, giusto per far la figuraccia completa, aggiunge: “Fra il 2004 e il 2008, secondo l’ultimo rapporto della Corte dei Conti – prosegue il giornale – gli stipendi sono aumentati del 38% mentre il governo aveva imposto la crescita zero nelle remunerazioni del settore pubblico. Questi stipendi raggiungono in media 42,756 euro all’anno, cioè più del 40% di quello che guadagna un dipendente di ministero“
Insomma: una gran bella figuraccia internazionale sulle pagine del giornale francese che bacchetta, senza appello, i dipendenti pubblici dell’isola, tacciati di essere spreconi, ricconi e, quasi quasi, lagnùsi, come si dice dalle nostre parti. Come dire: andiamo sempre meglio!
4 Commenti
difficile per un francese capire la mentalità di un siciliano… penso che si sentirebbero a disagio anche al ristorante davanti ad un piattone di parmigiana e la cassata come dolce.. lo stesso vale per il siciliano davanti ad un costosissimo ma piccolissimo piattino di nouvelle cousine francese.. insomma.. ovvio che non siano compatibili
la Sicilia è a statuto autonomo,spende e spande a volontà,quando poi c’è da mettersi in pari con i conti allora è italiana e il governo deve intervenire…..ci vorrebbe che i signori che siedono sulle poltrone regionali pensassero più al popolo che al portafoglio loro e dei loro parenti…Ida
Dany ho letto il tuo articolo,ti ringrazio per i tuoi complimenti…..almeno avessi 20 anni ciao Ida
Ciao Ivy: perfetto, se siamo incompatibili, almeno, non dessero giudizi “ad minchiam”!
Ciao Ida: grazie a te