L'inquietante propensione alla cattiveria senza remore

L inquietante propensione alla cattiveria senza remore

Noto, osservo, una inquietante propensione alla cattiveria senza remore, al comportarsi veramente in maniera indegna senza nessuna paura o vergogna nel farlo…

Esiste una costante, tremenda, propensione alla cattiveria gratuita, senza remore, senza vergogna di nessun tipo, quasi come se fare del male gratuitamente alle persone sia diventato uno sport nazionale, meglio se senza sentirsi addosso alcun senso di colpa, e, meglio ancora, se coadiuvato dal sentirsi bene e felici delle proprie, indegne, azioni, specie considerando cretino ed inferiore chi, ancora, crede che esista un’etica, un’educazione, un rispetto ed un cuore.

Ci riflettiamo poco, ma oserei ampiamente dire che tutto questo è oltremodo inquietante, specialmente se consideriamo che, spesso, questo genere di situazioni passa quasi sotteso, nascosto tra le pieghe della quotidianità, quasi come se fosse considerato assodato che bisogna comportarsi in questo modo se si vuole essere i più forti, se si vuole essere rispettati, se si vuole essere realmente in grado di affrontare tutto e tutti, senza conoscere remore di nessun tipo, senza guardare in faccia nessuno. A la guerre comme à la guerre, verrebbe da dire, ma tutto questo io lo trovo schifo e triste.

Onestamente, peccato davvero: peccato perché ci si potrebbe comportare più degnamente e dimostrare in maniera fattiva e produttiva quanto si è “grandi”, non vincendo facile con l’arma dell’ingiustizia e della scorrettezza, ma parlare di ingiustizia e scorrettezza a persone che disconoscono anche il significato del vero senso del vivere, della correttezza, e che sarebbero in grado – parimenti – di far male a viso aperto senza sentire nessun dolore, sono solamente parole inutili e sprecate, utilizzate come perle ai porci. 

Anzi, probabilmente neppure, a ben riflettere, perché quelli che noi definiamo “porci” hanno molta più dignità di persone che la dignità l’hanno persa ormai da tanto e tanto tempo: si può provare compassione per la limitatezza della gente, questo si, forse pietà… Ma l’unica cosa coerente da fare è compatirli. Ed è già troppo!

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