Mai giudicare dalle apparenze!

Dovremmo tutti imparare, nella vita, a non farci guidare dalle apparenze: l’inganno è sempre dietro l’angolo…

Un ulteriore esempio di come sia facile farsi ingannare dalle apparenze, l’ho avuto giusto qualche giorno fa: durante la fila allo sportello, ho visto una scena sicuramente significativa, che dovrebbe far riflettere un pò tutti…

Poco distante da me, un signore su una sedia a rotelle, spinto dalla moglie, attendeva il proprio turno: era evidentemente sofferente, con le rughe sul viso che scalfivano un volto decisamente stanco, ancor più affaticato dalla sofferenza, dalla malattia. Di lì a poco, un bambino, avrà avuto circa tre, quattro anni, si avvicina al vecchietto e gli dice: “signore, CCusa, TTai male?”  L’anziano sorride, rispondendogli: “si, gioia, sto un pò male, ma ora che sto vedendo te già mi sento meglio!”

Tutto assieme, come una furia, arriva la madre del bambino, poco distante da quella scena: senza pensarci due volte, comincia ad inveire contro il bambino. Usa parole pesanti: “devi smetterla di allontanarti e di importunare le persone! Lo scusi signore, è davvero irrequieto e pestifero!”

Sembra finita li, ma così non è: la donna, allontanatasi dal bambino, e avvicinatasi più a me, comincia a spiegare al bambino che “quell’uomo poteva essere pericoloso, poteva rubarlo, poteva violentarlo, poteva fargli di tutto!”

Non è esagerato infondere nel bambino la paura di quell’uomo, solo perchè il suo volto, evidentemente sofferente e scalfito dagli anni e dalla malattia, lo rendeva “poco affidabile” agli occhi della madre stessa?

Se, adesso, dovessimo fermarci alle apparenze, dovremmo calcolare l’uomo come “un poco di buono”: giustamente, il bambino, evidentemente spaventato dalla madre, ha cominciato a provare terrore verso l’uomo, standogli lontano quanto più possibile.

Proviamo, invece, a guardare oltre.

Di lì a poco, quello stesso uomo considerato “un poco di buono”, si avvicina a me, visto che la fila cominciava (finalmente) a smaltirsi. Mi guarda, mi sorride, e mi dice: “ehhhh, oggi non ce ne andiamo più di qua! Sono qui da oggi alle 13, e ancora ne abbiamo tanta di gente da aspettare!”

Altro che poco di buono, altro che violento: un sorriso spunta sul suo viso.

La mia risposta non tarda, giustamente, ad arrivare: “oh, guardi, non lo dica a me! Oggi sembra che ci sia tutto bloccato!”

Adesso, non starò qui a riportare tutto il dialogo tra me e l’uomo. La cosa che so per certo è che il dialogo con quell’uomo ha reso l’attesa del turno sicuramente più piacevole e meno faticosa.

Quindi, prima di sparare a zero sulle persone, e prima di considerarle come “feccia umana”, riflettiamoci più e più volte: non sia mai che la vera “feccia” risiede proprio in quelle persone che giudicano “feccia” gli altri…

 
 
 
 
 

 

3 Commenti

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