Parole al vento, parole perdute che se ne vanno via, senza senso, senza spazio, senza direzione: tutto si perde, tutto va via. Che senso ha?
Parole al vento, che si perdono e se ne vanno…
Sono tutte parole al vento quelle che dici e non arrivano da nessuna parte: la gente non ti ascolta, le persone vanno troppo di fretta anche solo per capire che anche tu hai i tuoi diritti, anche tu hai bisogno che le cose cambino, anche tu hai bisogno che tutto sia differente da così, ma esprimere il proprio dissenso è completamente inutile se lo fai dentro un stanza vuota, dove le parole rimbombano e rimangono li, proprio come parlare – paradossalmente – ad una finestra aperta, con le parole che se ne vanno via, verso il vento, verso il vuoto, verso il niente. Poi ti stanchi. Sinceramente, ti stanchi, perdi la voglia, perdi la pazienza, perdi la spinta a reagire, a cambiare le cose, a cercare di renderle diverse in qualche modo: parli e le tue parole sono invisibili, sono completamente per i fatti loro, totalmente distaccate dal resto del contesto. E’ come parlare ad un microfono spento, come parlare ad un pubblico che non c’è, come parlare nel vuoto.
Non si può pretendere di essere sempre compresi senza comprendere, ne tantomeno si può pretendere che le persone siano sempre comprensive senza mai ricevere comprensione da nessuno: ad un certo momento, hai tutto il sacrosanto diritto di dare un senso alle tue parole al vento, di dare una ragione al tuo sacrosanto diritto di non essere d’accordo. Nessuno deve e può mettere in discussione questo tuo decidere, questo tuo volere, questo tuo necessario bisogno di raccontare il tuo dolore, di raccontarsi, di guardare oltre gli ostacoli, oltre la siepe: subire per troppo tempo, andare sempre oltre, fare finta di niente, ad un certo punto ti spinge a non trovare soluzioni se non quelle di urlare le tue parole, che sono parole sempre accettabili, sempre giuste, sempre nette, sempre corrette, sempre sincere. Basta: ad un certo momento, le tue parole assumono un peso ancora più rilevante quando sai che sono parole di dolore, parole di rabbia, parole di quello che senti dentro e deve necessariamente uscire fuori, vivere, essere verbalizzato.
Sono parole al vento, ma se non le dici muoiono, e muori un po’ anche tu: la parola è vita. E pazienza per chi, ancora, non lo ha capito!