Provarci è, quantomeno, la base per sperare: non puoi sperare in qualcosa se, quantomeno, non provi a cambiare le cose che non vanno!
Provarci, e poi sperare: dovrebbe, in teoria, funzionare così, sopratutto quando hai la necessità umana, naturale, fisiologica, di voler cambiare le cose che non vanno. Di certo c’è che nulla cambia se non t’impegni a cambiare le cose, questo è poco ma sicuro: sicuramente è importante sperare che tante cose cambino, perché ciò ci predispone, anche e sopratutto psicologicamente, ad accogliere il nuovo che avanza e che può arrivare, ma, produttivamente, dobbiamo essere noi a muoverci, dobbiamo essere noi a cambiare le cose, dobbiamo essere noi a creare quelle condizioni utili affinché il cambiamento possa “attecchire”, esattamente come il terreno che viene preparato alla semina, affinché i semi possano germogliare nel miglior modo possibile e dare frutti succosi e maturi.
Il cambiamento, e, meglio ancora, ciò che desideriamo cambi, può realmente concretizzarsi a patto che nessuno resti con le mani in mano ad attendere un potenziale “miracolo”: l’ho vissuto tante volte sulla mia stessa pelle, e posso dire – con il proverbiale senno di poi – che nulla si muove se non ci muoviamo. E’ semplice, banale, diretto: c’è un famoso proverbio, infatti, che recita “aiutati che Dio ti aiuta”, e, a pensarci bene, è la verità! Non possiamo, infatti, sperare che qualcosa cambi se restiamo inerti, immobili, fermi, ad attendere che qualcosa, improvvisamente, si muova, quasi per magia, e che tutto cambi e si desti realizzando i nostri sogni!
E allora, forza! E’ il momento di cambiare la nostra vita, di farlo produttivamente, di farlo agendo in maniera diretta e concreta, prendendoci la responsabilità di cambiare tutto quel che non ci piace. Solo così potremo, realmente, essere felici di un cambiamento che noi stessi abbiamo lottato per avere: la soddisfazione sarà ancora più grande!