Quanta fatica per non abbattersi e mollare...

Quanta fatica per non abbattersi e mollare

Quanta fatica per non abbattersi e mollare… Quanta fatica in questa eterna lotta contro noi stessi e contro il bisogno di credere che domani sia meglio…

Quanta fatica per non abbattersi e mollare… Quanto male ci si deve fare per credere che domani potrà anche essere meglio di oggi, forse anche per illudersi, per riempire ore vuote che trascorrono nella insana consapevolezza di uno spreco, di tempo, di risorse, di vita, di futuro: e tu sei la, sei fermo in mezzo a tutto questo dolore, e devi cercare di non abbatterti, e devi cercare di darti forza perché sai perfettamente che non c’è nessuno pronto a sollevarti se hai un problema.

Sei tu e sei solamente tu, e devi darti forza da solo, anche illudendoti, anche pensando che in realtà le cose andranno diversamente, che è soltanto un momento di stasi, che tutto può cambiare e che cambierà, che tutto andrà diversamente: mentre lo pensi, però, il tempo sta già passando, sta già andando via, e tu sei fermo ad osservare l’incidere di tutto quel che è stato, che è e che sarà, e devi cercare di osservare la strada di fronte, di guardarti intorno, di capire e di comprendere come anche piccole cose possano fare la differenza, scegliendo se abbatterti, arrenderti alla modestia di un tempo vuoto, alla banalità, alla miseria di questi spazi senza colore e senza emozioni, o non arrenderti e sperare in qualcosa che non sai nemmeno tu cosa, sperando che le cose possano andare diversamente, che qualcosa possa cambiare, che le cose possano prendere improbabili pieghe diverse…

…Ma resta dentro un grande dolore, un grande senso di vuoto che fa da cornice al vuoto di un tempo che sembra non avere il senso che avresti voluto, che hai desiderato, che hai immaginato… E mentre aspetti che qualcosa cambi, cambi tu, e, purtroppo, non ritorni più uguale…

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