Quell’empatia sconosciuta ai più, che non permette loro di mettersi, mai, nei panni della gente: riflettere, prima di parlare, è sempre utile!
Quell’empatia sconosciuta ai più, che si perde di fronte a gente incapace di mettersi nei panni degli altri, non rendendosi conto che dietro a qualsiasi comportamento c’è sempre una precisa motivazione, che il più delle volte, semplicemente, le persone non hanno voglia di star li a raccontare, e, sebbene non abbiamo sicuramente il potere di leggere nella mente di una persona che non parla e non “esplicita” il suo dolore, possiamo, in linea generale, renderci conto che se una persona adotta un determinato comportamento, magari dettato dall’ansia, dalla paura, dallo stress, da chissà che cosa, quella persona non è affatto matta ne stupida, ma, semplicemente, è una persona che adotta una sorta di “autodifesa” legata, molto probabilmente, proprio a quella paura personale, a quel bisogno di non voler dare nessuna spiegazione a nessuna persona, ma restare semplicemente da soli, per non pensare, per non riflettere, per cercare di fermare la mente e la paura, l’ansia che ti attanaglia, il panico che s’impossessa improvvisamente del tuo tempo e della tua vita, mentre sei costretto, per questioni contingenti, a fare finta di niente, a sorridere, a stamparti un sorriso ebete e falsissimo in faccia, anche perché, molto probabilmente, nessuno capirebbe o si renderebbe conto di te e della tua sofferenza personale!
Ecco perché credo che bisognerebbe maggiormente coltivare l’empatia, e, se proprio non si è per niente in grado di farlo, quantomeno bisognerebbe cercare di evitare di ergersi a paladini della verità, come unici detentori di quello che è giusto e di quello che non lo è, perché, come dice una famosissima frase che spesso rimbalza sul Web, “ogni persona sta combattendo una sua personale, invisibile, battaglia”. Cerchiamo di non dimenticarlo mai!